Un pesce d’aprile di cattivo gusto per il depuratore di Calalzo: la notte del 31 marzo i tecnici Gsp hanno lavorato da sera fino a notte inoltrata in un intervento d’urgenza per salvare il lago di Centro Cadore. In fognatura sono stati buttati centinaia di litri di olio, nafta o gasolio. Solo le analisi già effettuate ieri, che saranno pronte, però, entro metà della prossima settimana, potranno dirlo con più precisione. Sul posto sono intervenuti anche l’Arpav e i Vigili del Fuoco. «Per il momento – spiega Franco Roccon, presidente di Gsp – quel che è certo è che c’è stato il rischio di un serio danneggiamento dell’impianto e dello sversamento nel lago di Centro Cadore di sostanze pericolose per l’equilibrio ambientale. Stiamo provvedendo a presentare denuncia contro ignoti».

La domanda che ora tutto il paese si chiede è: come può essere accaduto? Date le ingenti quantità di materiale inquinante un’ipotesi ideata da chi ha operato sul posto potrebbe essere quella di un’azienda che ha versato in un tombino o direttamente nel servizio igienico le sostanze pericolose, anziché smaltirle nella maniera corretta all’ecocentro di Vallesella o di Cima Gogna. «Il Comune ha messo a disposizione degli inquirenti gli uffici tecnici per risalire a ciò che è successo – ha detto il sindaco, Luca De Carlo -. Lancio un appello ai miei cittadini perché possano aiutarci a capire se è stato un errore, un incidente o all’origine c’è stata una scarsa sensibilità all’ambiente e la mancanza di rispetto delle leggi». De Carlo ringraziando per la prontezza i soggetti è intervenuti ieri sera, che hanno scongiurato un serio pericolo ambientale, ha poi rimarcato: «Per una volta il lago basso ha portato beneficio, perché il materiale inquinante si è fermato sul ghiaione ed è stato bonificato dai tecnici».

Tutte le ipotesi ora, comunque, restano aperte, compresa quella della pulizia di una caldaia fatta artigianalmente. In passato è già accaduto in altre località che si verificassero sversamenti di idrocarburi nei depuratori e la causa fosse identificata poi in una cisterna dismessa ma non inerte. «Spesso – precisa infatti Roccon – chi cambia il sistema di riscaldamento, anche solo per mancanza di conoscenza, non facendo le opportune bonifiche rischia una condanna penale per i danni ambientali causati». I rilievi effettuati ieri sera in alcuni punti del sistema fognario non hanno dato alcuna indicazione per scovare l’origine dello sversamento, purtroppo, anche a causa del buio. Ad accentuare la criticità è stato proprio il numero spropositato di litri versati che ha rischiato di mandare in tilt il sistema di depurazione. I batteri che alimentano tale sistema, infatti, si nutrono d’ossigeno e non possono vivere in presenza di idrocarburi. Nel depuratore appena individuato il problema è stato isolato il liquame inquinato (oltre 200 litri) in una vasca di trattamento ed è stato successivamente asportato da una ditta di spurgo specializzata. E’ stata effettuata, poi, una pulizia in pressione per garantire l’eliminazione dalle pareti delle vasche dei residui di olio o gasolio. Per fare questo l’impianto di Calalzo è stato bloccato e poi riavviato intorno alla mezzanotte. «Ulteriori analisi in entrata e in uscita dal depuratore – annuncia il presidente Roccon – proseguiranno i prossimi giorni per garantire la sicurezza dei cittadini, ma anche della fauna e della flora del lago di Centro Cadore».

fonte: Gestione Servizi Pubblici