Partirà il 20 giugno e si concluderà il 18 settembre l’allungamento orario dell’operatività del servizio del Suem.

Il servizio sarà a carico dell’Usl n. 1 che pagherà sia l’Inaer (216mila euro) sia il personale medico e infermieristico (22.621 euro) in più. Si garantirà una risposta all’aumento degli interventi di urgenza extra-ospedaliera dovuti al flusso turistico e al sensibile incremento dei frequentatori della montagna.
Si tratta di una sperimentazione che durerà il periodo estivo e al termine della quale si faranno i conti sulla bontà e la necessità dell’allungamento dell’orario di attività.

Da giugno a settembre, le ore di luce durante le quali l’elicottero può intervenire in modalità Vfr (volo diurno con un singolo pilota) superano abbondantemente le 12 ore previste dal capitolato di appalto attualmente in essere con la ditta Inaer. In realtà, il servizio può essere attivo per 16 ore dal 20 giugno al 13 luglio, per 15 ore dal 14 luglio al 9 agosto, e per 14 ore dal 10 agosto al 29 agosto e per 13 fino al 20 settembre.

L’Usl quindi, pagherà 216mila euro all’impresa Inaer Aviation Italia spa di Colico (Lc) per l’ampliamento dell’orario di servizio, somma comprensiva dell’estensione del servizio antincendio per la base Hems di Pieve di Cadore e per l’elisuperficie di Belluno.
Inoltre si dovranno acquisire 235 ore complessive di attività aggiuntiva dai medici di anestesia e rianimazione, e per i 91 nuovi turni di lavori anche del personale infermieristico, per una spesa complessiva di oltre 22mila euro.

Resta aperto ancora il problema delle risorse. In effetti, qualche mese fa, l’azienda sanitaria aveva inviato alla Regione il piano della sperimentazione per chiedere il finanziamento. Ma ad oggi nessuna risposta è arrivata dai lidi veneziani. Così l’Usl n. 1 è stata costretta a dare fondo a proprie risorse. E in vista di una richiesta finanziaria a Venezia, sarà importante capire quale sarà l’esito di questi 91 giorni di orario prolungato di attività dell’elisoccorso, utile per la provincia bellunese, ma da cui potrebbero trarre benefici anche i territori limitrofi di Treviso e Venezia. 

 (Fonte: Corriere delle Alpi)