“Come amministratore e genitore che ha a cuore la vita in montagna, la dignità e le pari opportunità per i suoi cittadini vorrei ribadire la mia grande preoccupazione, condivisa anche da molti cittadini del Cadore, per le ripercussioni che il decreto Gelmini sta avendo sulle scuole della montagna bellunese”. E’ quanto afferma Tatiana Pais Becher, assessore all’Istruzione del Comune di Auronzo di Cadore. ”La scuola – prosegue l’assessore – è il servizio pubblico essenziale per garantire l’istruzione, l’aggregazione e l’arricchimento culturale sul territorio, essa rappresenta il futuro dei nostri figli e dei nostri paesi. Eliminare e depotenziare le scuole dei centri alpini significa, ancor più che in città, infierire una profonda e indelebile ferita ai nuclei sociali e familiari che mantengono in vita la montagna.
Come può il governo parlare di aiuti alle famiglie e incentivi per l’incremento demografico se poi approva una legge assurda che si ripercuote proprio sulle famiglie? Gli esiti di questa riforma sono in questi giorni sempre più visibili anche agli occhi dei semplici cittadini, dei genitori che improvvisamente si ritrovano con orari scolastici ridotti e impossibilità di effettuare attività scolastiche fondamentali per la crescita sociale e culturale dei propri figli.
Le scuole primarie di Villapiccola e Reane dell’Istituto Comprensivo di Auronzo di Cadore sono l’esempio tangibile di quanto sta accadendo anche nel resto della nostra provincia: i bambini della classe III° si vedono tagliare i rientri pomeridiani, effettuati normalmente negli anni precedenti, mentre le attuali classi I° e II° ne sono prive sin dall’inizio e per il prossimo anno ne è prevista l’eliminazione anche per le classi IV e V. Le attività svolte in queste preziose ore pomeridiane spaziavano dai laboratori di teatro, arte, scrittura, musica alle attività sportive e uscite didattiche sul territorio. Si tratta di attività che difficilmente vengono svolte durante il normale orario mattutino, che riescono a coinvolgere i bambini in lavori di gruppo, contribuendo ad aumentare il loro senso di comunità e solidarietà e a sviluppare le capacità espressive e artistiche. L’orario scolastico è stato quindi ridotto da 30 a 28 ore, eliminando le compresenze e tagliando anche sugli insegnanti di sostegno, nonostante il fatto che tutti i genitori avessero fatto richiesta per le 30 ore!!!
Come amministratore e genitore mi chiedo come è possibile proporre la riduzione del tempo scuola addirittura a 24 ore senza proporre alcuna alternativa? Le famiglie dove entrambi i coniugi lavorano si trovano ora a dover affrontare il problema di pagare baby-sitter o insegnanti per i propri figli; è questo il modo per invogliare gli italiani a incrementare le nascite?
Per una zona fragile come la nostra – conclude l’assessore di Auronzo di Cadore – questi tagli non fanno che aggravare lo spopolamento della montagna, peraltro già in atto da anni, comportando un impoverimento culturale, sociale e umano per il territorio”.
A tutto questo, aggiungiamo il costo degli abbonamenti, che per uno studente che dal Cadore o dall’Agordino debba raggiungere il capoluogo, si aggira sui 500 euro l’anno. Un salasso dovuto alla fine dell’Unico studenti, l’abbonamento calmierato grazie al contributo della Provincia a Dolomitibus, reso uguale per tutti gli studenti della Provincia in omaggio al principio del diritto allo studio.
Fonte: Bellunopress