E’ stata ricollocata sulla cima del Pelmo, a 3.168 metri di quota, la croce di vetta strappata dall’enorme frana staccatasi dal monte delle Dolomiti venete a fine agosto e che aveva ucciso Alberto Bonafede e Aldo Giustina, due uomini del soccorso alpino.

La croce è stata ricollocata in vetta al Pelmo, noto nella valle del Boite con soprannome di ‘Caregon del Padre Eterno’, da una delegazione del Soccorso Alpino, insieme al sindaco di San Vito di Cadore, Andrea Fiori, al parroco Don Riccardo e ad una folta schiera di amici di Alberto e Aldo. Proprio i due volontari erano stati tra coloro che due anni fa l’avevano posizionata sulla vetta, da dove “una mano arrogante” – come l’ha definita il parroco don Riccardo – l’aveva tagliata e gettata nel vuoto.

“E’ l’omaggio più toccante e vero che potesse essere fatto a questi due angeli custodi, che hanno sacrificato loro stessi per portare aiuto a chi era in difficoltà”, ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia. Quando furono travolti dalla frana di 2500 metri cubi di roccia, Bonafede e Giustina si stavano calando in corda doppia per prestare soccorso a due alpinisti tedeschi in difficoltà.

“La loro attività di volontari impegnati in un campo difficile, del quale erano appassionati ma dove il pericolo è sempre in agguato – ha aggiunto Zaia – è la testimonianza, in questo caso estrema, delle profonde radici culturali di solidarietà che sono fermento vivo del nostro Veneto”. “Al loro sacrificio – ha concluso – va ancora una volta il mio pensiero commosso e mi auguro che la croce tornata sul Pelmo possa testimoniarne per sempre e a tutti il sacrificio”.

Fonte: Corriere delle Alpi