Davvero pacifica la protesta degli ambientalisti e degli alpinisti contro le rumorose motoslitte che salgono al rifugio Auronzo, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, e, dalla parte opposta, sul monte Piana.
In 150 sono saliti, dal lago Antorno per arrivare fino al rifugio, chi a piedi lungo i tornanti della strada, in questo periodo perfettamente innevata, chi con le ciaspole o gli sci, approffittando del sentiero battuto del Cai.
Nessun problema per i mezzi che per tutta la mattinata, e fino alla prima nevicata del pomeriggio, hanno continuato a salire e a scendere.

«Perché dovremmo stoppare le motoslitte? Noi siamo persone civili» rispondeva Vittorio De Savorgnani, esponente di Mountain Wilderness, a chi, sorpreso, gli chiedeva perché non c’erano le contestazioni del passato.

Il motivo lo si è capito a mezzogiorno, quando i contestatori hanno bivaccato vicino all’improvvisata baita delle bevande calde, nei pressi del rifugio.
«Noi non ce l’abbiamo con l’amministrazione comunale di Auronzo, anzi – ha spiegato Carlo Alberto Pinelli, uno dei più autorevoli alpinisti italiani, presidente di Mw -. Certo, noi siamo contrari all’uso delle motoslitte in montagna, se non per lavoro e le emergenze. Ma c’inchiniamo davanti al regolamento fissato dall’amministrazione comunale di Auronzo, che condividiamo per la sua severità».

Non solo, altri complimenti per Bruno Zandegiacomo, il sindaco, che ieri non ha potuto essere presente, mentre ha partecipato uno dei suoi vigili. «L’ordinanza di Auronzo per l’uso delle motoslitte – sono sempre parole di Pinelli – non ha eguali in Italia e ci adopereremo perché sia implementata in altri territori delle Alpi».
La delibera del Comune di Auronzo permette l’uso delle motoslitte lungo esclusivamente due itinerari, il primo sale fino al rifugio Auronzo, l’altro che arriva al Monte Piana.
Il regolamento vieta qualsiasi altro percorso ed impone agli operatori di questi mezzi di viaggiare con lentezza e, quindi, con il motore al minimo (con una regolazione anche per quanto riguarda il rumore).
Ecco, perché non c’è stato nessun momento di dissenso al passaggio delle motoslitte verso le Tre Cime. «Ha diritto di vivere, quindi di mangiare, anche questa gente» ha commentato De Savorgnani.

Alla manifestazione, organizzata da Mountain Wilderness, hanno partecipato anche altre organizzazioni, dalla Cipra al Wwf, allo stesso Cai. Tutte realtà impegnate «non a contrastare questo o quel Comune, tanto meno Auronzo, ma a sollecitare – spiega ancora Pinelli – l’approvazione da parte del Parlamento italiano di una normativa che disciplini l’uso ed il traffico di queste moto, magari da riconoscere anche applicando una piccola targa».
Precisa al riguardo De Savorgnani: «Un quoad può essere multato se sgarra, una motoslitta no».
Severissimo, però, il “codice” che Auronzo si è dato. Le multe, verso le motoslitte, scattano anche nel suo territorio.
Da qui l’invito di Pinelli e degli altri ambientalisti a tutti i Comuni del Cadore e dell’Ampezzano a “prendere esempio da Auronzo”.

di Francesco Dal Mas

Fonte: Corriere Delle Alpi