Meglio un giorno da pecorella che cent’anni da no global.
E’ questo il nuovo slogan coniato dal sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, alcuni giorni fa, in riferimento agli scontri in Val di Susa per il Tav, in particolare a quell’episodio che ha visto un attivista insultare un carabiniere definendolo appunto “pecorella”.
Slogan proposto inizialmente sulla pagina facebook di De Carlo e che ora, visto l’apprezzamento ricevuto, si trasforma addirittura in una t-shirt in edizione limitata per i proseliti più affezionati del sindaco.
Aldilà delle varie prese di posizione riguardanti la delicata questione Tav-NoTav, nelle quali non voglio addentrarmi in questo contesto, ci terrei invece ad analizzare il contenuto dello slogan in questione, soprattutto il termine “no-global” e la netta critica che traspare nella frase riportata.
Vi voglio svelare un “segreto”: Luca De Carlo, primo cittadino di Calalzo di Cadore è, che piaccia o no, un perfetto esempio di SINDACO NO-GLOBAL 100% e vi spiego il perché.
La principale critica del movimento no-global è quella mossa contro politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le condizioni dei lavoratori.
No-global significa no-globalizzazione e per globalizzazione s’intende un fenomeno di crescita progressiva il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo. La globalizzazione tende a privilegiare le multinazionali, i grossi centri urbani rispetto quelli più piccoli e in generale ad omologare gli stili di vita del pianeta. Il tutto senza dare reali benefici alla popolazione del posto, anzi distruggendone buona parte dell’economia e dell’identità locale.
Ora, dati alla mano, tra le più convinte battaglie portate avanti da De Carlo in questi anni ci sono iniziative come “Orgoglio Cadorino”, “Natale a Calalzo LOCAL”, finanziamenti a locali pubblici e negozi per la promozione del territorio, eventi e manifestazioni volte alla riscoperta delle tradizioni locali e infine la recente esclusione del colosso Equitalia per una “umanizzazione” del servizio di riscossione crediti del comune di Calalzo (affidata ora alla Comunità montana Valbelluna). Iniziative, tra l’altro, apprezzabili e lodevoli. Iniziative che confermano senza ombra di dubbio, una politica no-global a 360°.
De Carlo si è contraddistinto così, proprio per l’attenzione nei confronti del territorio e del sociale, esattamente l’opposto di ciò che fa oggi la globalizzazione.
Un ultimo concetto: si tende erroneamente ad impersonificare la figura del no-global, come l’attivista che scende in piazza con volto coperto e spranga in mano, quando in realtà tra i sostenitori di questo movimento ci sono persone come Noam Chomsky, importante intellettuale americano o Eduardo Galeano, romanziere e saggista uruguaiano e addirittura Joseph Stiglitz, economista e scrittore statunitense, Nobel per l’economia 2001.
Non me ne voglia il sindaco cadorino, non voglio né posso paragonarlo a personaggi di questo calibro, ciò nonostante penso che sia molto più facile accettare la sua vera natura no-global sapendo che tra loro ci sono pacifici uomini di cultura piuttosto che immaginarselo in mezzo a qualche corteo di black bloc.
Sarà curioso, un domani, incontrare il buon De Carlo nella piazza del suo paese, durante un evento per la valorizzazione del territorio, mentre sfoggia felice e fiero una t-shirt in edizione limitata con scritto sopra: Meglio un giorno da pecorella che cent’anni da no global.
Matteo Gracis
fonte: Il Gazzettino di Belluno