Enel rimanda al mittente tutte le accuse di essere lei stessa la causa, con i suoi prelievi e i lavori di costruzione della nuova centralina di Sottocastello, della morìa di lucci e carpe nel lago del Centro Cadore denunciata venerdì dai pescatori. In sostanza, il tutto sarebbe causato dalla scarsità di piogge.

«Il deficit idrico del bacino del Piave preoccupa fortemente il gruppo Enel», si legge in una nota diffusa ieri, «e diventa concreto il rischio che la forte siccità metta in crisi non solo gli utilizzi civili ed agricoli dell’acqua; a questo problema si aggiungerà infatti anche la necessità che l’Italia debba sostituire l’energia idroelettrica con quella prodotta da fonti tradizionali per poter far fronte con altre fonti alla fornitura di energia elettrica durante i mesi piú caldi dell’anno.Proprio in previsione di questa evenienza, Enel é già intervenuta sulla regolazione dei propri bacini, tanto che la produzione di energia elettrica delle centrali alimentate dall’acqua del bacino del Piave é oggi inferiore a poco meno della metà di quella prodotta mediamente negli scorsi anni. Dunque, non si può dire che Enel non abbia già preso in esame la delicata situazione. Dal mese di ottobre, la mancanza di precipitazioni è stata poi molto significativa, raggiungendo un deficit di oltre il 30% rispetto alla media storica: non solo il manto nevoso risulta estremamente modesto, ma anche le portate sono venute notevolmente a ridursi su tutta la rete idrografica. Tale situazione di siccità si riflette sui livelli di tutti i serbatoi di Enel Produzione presenti sull’asta del Piave, che ad oggi accumulano solamente 46.000.000 di metri cubi. La situazione rischia di diventare ancora più critica già tra poche settimane», dice ancora la nota dell’Enel, «in quanto, secondo le prescrizioni contenute negli atti di concessione delle centrali, Enel dovrà rilasciare acqua nei tempi e nelle quantità richieste dai Consorzi Irrigui. In questo quadro, un mese fa Enel ha ritenuto opportuno inviare adeguata informativa alle autorità competenti affinché vi fosse la possibilità di valutare interventi di tutela delle esigenze dei cittadini e degli operatori nonché della salvaguardia dell’ambiente. Analoga iniziativa é stata condotta nei confronti dei Consorzi Irrigui, con i quali é stata concordata una riduzione delle attuali competenze. É comunque doveroso ricordare che, pur in presenza di questa situazione, Enel ha comunque sempre assicurato il rilascio del deflusso minimo da tutte le proprie opere idrauliche per assicurare le condizioni di sussistenza della flora e fauna presente in alveo. Enel coglie l’occasione per sottolineare il ruolo propositivo rispetto a questo difficile contesto e ribadisce l’invito all’adozione di iniziative congiunte e condivise.In relazione ai lavori in corso sulla diga di Pieve di Cadore», conclude la nota, «Enel sottolinea che la loro realizzazione é stata programmata, non a caso, durante i mesi invernali: in questo periodo i livelli del serbatoio si attestano sui minimi stagionali. Il livello dell’acqua presente non ha pertanto alcun legame con le attività in corso ed é legato esclusivamente all’estensione ed all’altezza del manto nevoso presente nel bacino imbrifero e alle precipitazioni attese nel periodo primaverile».

Fonte: Corriere Delle Alpi