Il 20 settembre scorso, a Tai, organizzato dal GAS “El Ceston”, da Samarcanda e dal Comitato Peraltrestrade, ha avuto luogo un incontro con Luca Giunti, guardiaparco nella Val di Susa e membro della Commissione Tecnica della Comunità Montana Valle di Susa e Val Sangone, e in quella occasione si è parlato del TAV Torino-Lione e di “Alpe Adria – Prolungamento dell’A-27“, progetto che tocca da vicino la parte alta della nostra Provincia.
L’incontro è stato illuminante, perché, tra le altre cose, ha messo in evidenza gli elementi comuni alle opposizioni alle due grandi opere sopra menzionate e ad altre quali il Ponte sullo Stretto, le Pedemontane Venete e Lombarde, il terzo valico tra Milano e Genova, etc (l’elenco è lungo).
Riguardo al prolungamento dell’A-27 da Pian di Vedoia a Caralte, che sta ultimando il suo iter procedurale, il Comitato è uscito dall’incontro rafforzato nelle proprie convinzioni, qui di seguito riassunte:
– l’opera è inutile: perché non fa altro che spostare 21 km più a nord il tappo di Longarone, ingigantendone le problematiche, senza affrontare i reali nodi strutturali della nostra viabilità;
– l’opera è dannosa: perché provoca devastazioni lungo la Valle del Piave e pone le basi di anche maggiori impatti nel suo previsto proseguimento attraverso il Centro Cadore e la Carnia, o forse, il Comelico;
– l’opera è costosissima: perché richiede un investimento di 1 miliardo 250 milioni di euro con i quali si potrebbero risolvere i punti neri della viabilità e rivitalizzare la ferrovia in funzione di nuovi modelli di mobilità e in sinergia con l’industria turistica;
– l’opera è ingannevole: perché si basa su presupposti economici che non sono credibili, tanto meno in questa fase di recessione economica, aspetto questo che interessa poco i promotori del progetto, perché i guadagni vengono in ogni caso garantiti al concessionario dalla mano pubblica.
Ma anche se le previsioni di traffico fossero realistiche (e non lo sono); anche se i presupposti economici fossero solidi (e non lo sono), siamo proprio sicuri che la vocazione di questo territorio, riconosciuto di grande pregio anche dall’Unesco, sia quella di diventare un corridoio di traffico internazionale a servizio della pianura veneta e dei grandi centri industriali europei?
PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
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