Scriviamo in merito alla centralina ENEL di Sottocastello a Pieve di Cadore.
Nei giorni scorsi si è pubblicizzato l’avvio della suddetta centralina mettendo giustamente in luce i futuri benefici per l’ambiente e per la popolazione. Desideriamo però riportare all’attenzione i danni subiti dal nostro bacino di pesca dovuti alla costruzione della centralina. Era il mese di febbraio del 2012 quando abbiamo scoperto l’anomala moria di pesce avvenuta all’interno del lago Centro Cadore dovuta al repentino abbassamento del lago per permettere all’impresa costruttrice di poter forare la diga dove parte la condotta della centralina.
Al tempo abbiamo fatto varie riunioni con ENEL, Provincia di Belluno, Regione Veneto e i sindaci di Calalzo e Domegge di Cadore, dove la scusante dovuta alla moria sembrava essere la siccità del periodo. Enel però ha prontamente fatto coprire a sue spese la buca creatasi dopo lo svuotamento per non incorrere in danni futuri, atto dovuto. Poi invece siamo venuti a conoscenza del progetto ENEL per la costruzione della Centralina e così è stato chiaro che l’intervento tecnico ha causato la moria di pesce, altro che siccità!
Ci siamo così ritrovati a dover fare per conto nostro, tramite un biologo incaricato, la stima dei danni per un totale di circa 180 quintali di pesce morto ed un danno che si aggira sui € 250.000
Abbiamo quindi richiesto ad ENEL un risarcimento, visto che le manovre tecniche effettuate hanno causato il danno, ma ci teniamo a dire che ad oggi non abbiamo ancora avuto nessuna risposta ufficiale.
Il nostro avvocato è ancora in attesa di una risposta ufficiale da ENEL ma visto che dopo più di un anno dall’accaduto e le decine di telefonate intercorse tra noi ed ENEL non hanno portato a nessun risultato ci troveremo costretti a dover citare in giudizio per danni l’ENEL.
Altro particolare da tenere in considerazione è che ora stanno sfruttando il minimo deflusso vitale del Fiume Piave, quantità d’acqua da rilasciare imposta per legge, e quindi come nuovo impianto deve essere assoggettato agli obblighi ittiogenici consistenti in un quantitativo di pesce da immettere nel Piave stesso. Ci risulta, tramite anche gli uffici provinciali, che nessun obbligo ittiogenico è stato previsto; si fa notare comunque che mentre prima il lago era collegato al Piave tramite lo scarico di mezzofondo, usato per il deflusso minimo vitale, e che quindi il pesce riusciva a transitare dal lago al fiume. Ora sarà impossibile in quanto dovrebbe passare per le turbine della nuova centralina trovando morte sicura.
Questo è il quadro attuale della situazione, una centralina che farà risparmiare emissioni di CO2 e assicurerà l’acqua dovuta al Piave… ma a che prezzo si è ottenuto tutto ciò? Come al solito si tende a guardare i benefici futuri ma i danni del passato vengono facilmente dimenticati. Continueremo la nostra battaglia per rendere giustizia all’ambiente e ai soci della nostra associazione, anche se siamo rimasti visibilmente da soli, le istituzioni non ci aiutano.
Giuseppe Giacobbi
Presidente del Bacino di Pesca n°4 “Centro Cadore”