Arriva, da parte del Comune di Pieve di Cadore, la richiesta di revoca del provvedimento che affida al Lago di Centro Cadore la funzione di invaso di piena. Il lago infatti risulta non essere idoneo a funzioni di invaso di piena per i vincoli posti dalle basse velocità di svaso ed il rapporto non conveniente tra costi e benefici.
Il 21 giugno 2013, durante la riunione tenutasi a Mestre, il Segretario dell’Autorità di Bacino Roberto Casarin informava il Comune di Pieve di Cadore che dal 2015 il Lago di Centro Cadore non avrebbe più avuto la funzione di invaso di piena. La decisione era stata ulteriormente ribadita e motivata durante il convegno per le celebrazioni del Vajont il 13 settembre 2013 a Longarone.
“Vista l’inidoneità del lago agli invasi la revoca sarebbe stata opportuna già dal 2014 e non a partire dal 2015 come previsto dal Piano Rischio Alluvioni” dichiara il sindaco Maria Antonia Ciotti. La Regione, responsabile della gestione del bacino, durante la riunione dello scorso giugno a Mestre dichiarava che , secondo la normativa del Piano Stralcio di Bacino per il 2013 e 2014, avrebbe proceduto a modificare solo quote e tempi dello svaso e che a tale fine avrebbe attivato una convenzione con l’Università di Padova. “Un mese dopo la Regione informava che le modifiche delle quote e tempi di svaso non erano fattibili per l’anno in corso (2013) assicurandoci però che stava procedendo alla raccolta dei dati da trasmettere all’Università assieme alla nota riassuntiva del nostro consulente, l’ingegnere Susin” prosegue la Ciotti. Essendo stata attivata la convenzione con l’Università di Padova, il Comune di Pieve di Cadore chiede che il Dipartimento incaricato e l’ingegnere possano confrontarsi data l’importanza del tema ed in particolare che“il consulente possa esprimere le proprie osservazioni ed argomentazioni” sottolinea il Sindaco. La comunicazione è stata mandata all’assessore regionale al turismo, Mario Finozzi, alla Direzione Difesa del Suolo, al Dipartimenti di Ingegneria Civile Edile Ambientale dell’Università di Padova, all’Autorità di Bacino, all’Enel, alla Fondazione Unesco e al Genio Civile di Belluno con la sollecitazione di risolvere la questione entro l’estate del 2014.