Alla storia e alla cultura sappadine si dedicò con passione Giuseppe Fontana, cultore e studioso delle tradizioni locali, a lui si deve il primo e più importante nucleo di oggetti che nel 1972 portò all’apertura del Museo etnografico “Giuseppe Fontana” che oggi propone un itinerario più ampio e completo.
Il visitatore è introdotto alla conoscenza della geologia, flora e fauna della conca di Sappada. Nelle vetrine si possono osservare campioni di rocce locali, alcuni fossili, un diorama con la ricostruzione di un habitat naturale e una campionatura di avifauna. Sulle pareti e nelle colonnine sono raffigurate le principali specie botaniche, utilizzate per la cucina e medicina popolare, e le essenze arboree presenti nella valle, con i corrispondenti nomi in sappadino e italiano.
Una sezione storica approfondisce le origini e la storia dei sappadini fino ai giorni nostri. Le interessanti testimonianze di vita mostrano, nelle collezioni etnografiche, come l’ambiente ne abbia forgiato le abitudini: il relativo isolamento di un tempo, le particolari condizioni climatiche, insieme alla peculiare identità della comunità quale isola linguistica germanofona, favorirono un sistema di vita frugale e pressoché autosufficiente, favorendo lo sviluppo della cosiddetta ‘cultura del legno’. Ne sono testimoni eloquenti le tipologie architettoniche della vallata, cui è dedicata un’apposita sezione. Immagini d’epoca ritraggono la popolazione di Sappada e in alcune vetrine sono esposti capi di abbigliamento da lavoro e della festa, da uomo e da donna.
Nella parte centrale del museo ci si addentra nella vita domestica sappadina: vi sono raccolti oggetti di uso quotidiano degli ambienti come la cucina, il corridoio, il tinello e la camera. La sala maggiore ospita gli strumenti delle attività agro-silvo-pastorali e artigianali della semplice ma dura esistenza condotta dai sappadini: dal boscaiolo si passa alla sezione dedicata alla neve, dal pastore alla stalla, al fienile e ai lavori agricoli, dai trasporti alle attività artigianali del carradore, fabbro, falegname e infine al calzolaio, sarto e tessitore.
Al centro del museo, come era al centro della vita sappadina, si trova la sezione illustrativa della religiosità popolare nei momenti più significativi dell’anno liturgico dove si possono ammirare un’immagine plastica policroma della Madonna che trattiene fra le braccia il corpo del Figlio morto (Vesperbild) e una Madonna con Bambino “vestita”, che testimoniano l’importanza del culto mariano nel contesto locale. Vi sono anche oggetti riferibili alla religiosita popolare come le stampe di immagini sacre e i crocifissi appesi un tempo nelle camere da letto e nei tinelli. Concludono il percorso le maschere del Carnevale sappadino (vosenòcht), tradizione ancora viva a Sappada, tra cui spicca l’austera figura del Rollate.
Indirizzo: Borgata Cima Sappada
Contatti: 0435.4691310435.469131 (Ufficio turistico) / 0435.4691260435.469126 (Municipio)
Orari: periodo estivo, festività e su prenotazione
Ingresso a pagamento
Servizi: visite guidate
Sito Web: www.plodn.info