Un prato pieno di fiori selvatici è una miniera di biodiversità, enorme risorsa per il ciclo alimentare di molte specie diverse, dai piccoli insetti alle farfalle, alle api, fino agli uccelli e ai mammiferi superiori. La scomparsa delle fioriture selvatiche mette a rischio il patrimonio naturale, e impoverisce la bellezza dell’ambiente. Aumentano i vivai e aumenta la superficie coltivata con piante a uso decorativo, cresce la sensibilità collettiva nei confronti dell’ambiente e con questa anche il numero dei giardini. Però nel frattempo cala vertiginosamente il numero di piante selvatiche: la natura italiana si è fortemente impoverita, nonostante esistano da tempo liste di piante protette a livello nazionale ed europeo e a livello regionale. Sono molte le specie che, pur essendo presenti nei nostri giardini, negli ambienti naturali sono invece a rischio di estinzione. La gestione intensiva dei prati da foraggio crea ‘buchi’ vistosi nel patrimonio della biodiversità e fa sparire specie a rischio. Mattia Baldovin ci manda due fotografie scattate a Calalzo di Cadore rispettivamente di due fiori a rischio e protetti.

La scarpetta di Venere  è una pianta della famiglia delle Orchidaceae ed è alta dai 40 ai 50 cm, con radice a rizoma orizzontale che si spande a tappeto. Predilige i terreni calcarei o raramente ghiaie. Le foglie sono oblunghe, di color verde smeraldo, in numero che varia da tre a cinque per stelo, dotate di marcate nervature. Stelo pubescente senza ramificazioni. I fiori sono molto vistosi, tanto da renderla la più minacciata orchidacea italiana per la raccolta eccessiva. Sono strutturati in un primo verticillo esterno di due sepali color bruno violaceo (che in realtà sarebbero tre perché il sepalo inferiore risulta dalla fusione di due distinti), e dal verticillo dei petali (anch’essi bruno-violacei) e del labello. Il labello è giallo dorato, lungo dai 3 ai 5 cm, e dà il nome alla pianta: all’interno è vuoto e ricorda vagamente una pantofola.

genzianaGenziana è un genere di piante della famiglia delle Gentianaceae, che comprende circa 400 specie. Questo genere si trova un po’ ovunque nell’habitat alpino. Alcune specie si trovano anche nell’Africa nord-occidentale, nell’Australia orientale ed in Nuova Zelanda.
Sul versante italiano delle Alpi sono presenti diverse specie, che fioriscono durante l’estate. Sono quasi tutte “specie protette”. Si tratta di piante annuali, biennali e perenni. Alcune sono sempreverdi, altre no. La disposizione delle foglie è opposta. Sono anche presenti foglie che formano una rosetta basale. I fiori sono a forma di imbuto; il colore è più comunemente azzurro o blu scuro, ma può variare dal bianco, avorio e giallo al rosso. Questi fiori sono più frequentemente pentameri, cioè hanno una corolla formata da 5 petali, e generalmente 5 sepali o 4-7 in alcune specie. Lo stilo è abbastanza corto oppure assente. La corolla presenta delle pieghe (pliche) tra un petalo e l’altro. Le genziane crescono su terreni acidi o neutri, ricchi di humus e ben drenati; si possono trovare in luoghi pienamente o parzialmente soleggiati.