Cosa fare quando si incontra un orso?
“Non scappare ma mantenere una distanza di sicurezza, senza avvicinarsi soprattutto se ci sono dei cuccioli”.
E’ questo il primo consiglio che il Corpo forestale dello Stato dà in caso di incontri ‘ravvicinati’ con un orso. «Le abitudini alimentari dell’orso», ricorda il Corpo forestale «sono abbastanza conosciute, al punto che viene definito un onnivoro opportunista, nel senso che mangia tutto ciò che trova, con grande predilezione per la carne, facendolo per la maggior parte del tempo, soprattutto in orario crepuscolare-notturno, in funzione di ciò che le varie stagioni dell’anno offrono. Capita perciò che in primavera e in estate la ricerca del cibo miri a erbe e insetti e via via, durante la stagione, si sposti verso frutta, ghiande e bacche di cui è ghiotto. Se si dovesse incontrarne uno, bisogna ricordare che si tratta di un animale selvatico, andrà trattato con attenzione, specialmente a causa della sua forza e rapidità di movimento sia a terra che in acqua, a dispetto della sua mole imponente. Per sua natura schivo e di indole poco aggressiva, l’orso viene studiato e monitorato dal Corpo forestale dello Stato, che tenta di arginare il rischio di estinzione e contribuisce alla sua sopravvivenza grazie al mantenimento dell’habitat naturale nel quale vive, principalmente l’Appennino e le Alpi Orientali».
Ecco i consigli per non mettere a rischio la propria incolumità in caso di incontri fortuiti. Prima di tutto, l’orso potrebbe reagire a un incontro con l’uomo alzandosi sulle due zampe posteriori. «Questo atteggiamento», spiega la Forestale, «serve solo per ‘ascoltare’ meglio ciò che gli sta attorno, capire da dove arriva un odore o un rumore e regolarsi di conseguenza. È una posizione difensiva che serve a capire cosa accade e, dopo aver individuato la provenienza, allontanarsi in direzione contraria». Nella maggioranza dei casi «riconoscendo la presenza come umana tornerà alla posizione quadrupede. L’uomo si porta dietro numerosi odori che per l’animale sono sconosciuti e tutt’altro che piacevoli: saponi, dopobarba, deodoranti, detersivi e ammorbidenti per gli indumenti». Nel caso si incontri un orso o i suoi cuccioli bisogna mantenersi «a una distanza ragguardevole» ed è «fondamentale non avvicinarsi ma godere della fortuna dell’avvistamento dal luogo sicuro. Quando c’è l’occasione di vedere cuccioli, certamente è forte l’istinto e la voglia di avvicinarsi, ma è altamente sconsigliato specialmente perché la mamma orsa sarà nei dintorni e non gradirebbe l’avvicinamento ai suoi piccoli».
L’orso, ricorda ancora il Corpo forestale, «non è un animale territoriale, anche se ogni animale ha un’area che frequenta con una certa assiduità. Vive da solo, a meno che non si tratti di una femmina con i cuccioli, che restano con essa in genere per 14-15 mesi circa. Quello della femmina con i cuccioli è l’unico caso in cui ci si può attendere un tentativo di aggressione perché, come tutte le mamme, la femmina difende strenuamente i cuccioli. A questo va aggiunto che tra i sessi non c’è dimorfismo, cioè non è possibile dire se un orso sia maschio o femmina dalla semplice osservazione».
Ancora, se si incontra un orso lungo un sentiero, conviene alzare le braccia, fare rumore in modo da allontanare l’animale. Se l’incontro dovesse avvenire invece a distanza ravvicinata «è bene non scappare», avverte il Cfs, «ma allontanarsi lentamente non ostruendo la via di fuga anche all’orso e nel caso di attacco, si può tentare di porre tra sé e il mammifero borse, zaini o altri oggetti per proteggersi. Infine, se si avvista un orso che si sta alimentando su una carcassa o su altro materiale (arnie, alberi da frutto, ecc.), si può tentare semplicemente di fare dei rumori per allontanarlo se ci si trova nei pressi di un centro abitato. Se tutto ciò avviene in ambiente rurale e montano, è consigliabile permettere all’orso di finire il cibo e poi togliere ciò che resta, in modo da evitare che l’animale torni; tutti quelli che vivono in zone con presenza di orsi dovrebbero avere delle protezioni, come recinti adeguati o porte robuste, per proteggere gli animali domestici».