Giovedì 21 agosto 2014 alle ore 21.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Auronzo di Cadore il giornalista Pio D’Emilia presenta il libro di Angiola Tremonti “Le stelle senza cielo”.
Un romanzo, un intreccio, una condizione comune, cinque “parabole”: le storie, sia reali che ideali, di cinque donne diverse, per età, condizione, cultura e visione dell’esistere. Attorno a loro l’uomo, marito, padre che emerge protagonista spesso attento, vincente, determinante. Angiola offre in questo romanzo avvincente una riflessione importante proprio al tempo della disgregazione della famiglia, del lassismo esasperato, dei facili divorzi, della ridicolizzazione della politica sviscerando tematiche come l’aborto, la solitudine, l’illusione, l’analisi del passato, il respiro della felicità, lo squallore del disagio interiore, la sorpresa, la lacerazione, la malattia, la fede, la diversità, la libertà, il carcere, il suicidio, il divorzio.
La solitudine davanti a una scelta decisiva: una di quelle scelte di fronte alle quali la solitudine, invece, di essere attenuata dal sostegno di anime e coscienze vicine, viene amplificata dal deserto nel quale si precipita;
l’illusione: le illusioni non si mangiano, ma alimentano, scrive Marquez (“Nessuno scrive al colonnello”), ma ci sono illusioni che, quando si dissolvono, ci lasciano senza nemmeno quel briciolo di energia che i sogni ci danno, sul precipizio che segna il confine tra fermarsi e andare avanti;
la caduta: vista sia come momento di bilancio della strada percorsa (un esame di coscienza alla luce del quale siamo costretti a vedere il passato nella luce nella quale ci siamo sempre rifiutati di vederlo), che come occasione di rilancio e di partenza su una nuova strada, forti delle consapevolezze che l’analisi del passato ci regala;
l’illuminazione: derivata da una scoperta sorprendente e inattesa, che ci costringe a rimettere in discussione tutte le nostre certezze e a rivedere le categorie e i valori sulle quali le avevamo costruite, dimenticando che il muro con il quale ci illudiamo di chiudere fuori gli altri in realtà non fa altro che chiudere dentro noi stessi;
lo squallore: quel disagio interiore senza appello che resta quando il sole della verità fa evaporare quella pozza che avevamo creduto mare della vita di coppia e sulla spiaggia deserta dell’anima resta solamente il sale amaro della verità.
Angiola Tremonti è nata a Sondrio nel 1948, vive a Cantù ed è una delle protagoniste del panorama artistico contemporaneo con la sua arte dedicata al mondo femminile. L’Accademia di Arti Applicate di Milano, l’Istituto Superiore di Pubblicità Davide Campari e il quotidiano locale “L’Ordine” sono tre momenti della sua formazione, tra gli anni sessanta e settanta. La vittoria di un concorso la avvicina all’insegnamento, dove si dedica alla sperimentazione didattica. Donna eclettica e dalla vivace curiosità, annovera tra i suoi interessi lo sport, praticato anche a livello agonistico, le tematiche sociali che la portano a vivere un’esperienza unica nel carcere di Como e numerose altre, di carattere umanitario, in Africa in India. Nel 1988 inizia la sua carriera di artista e nel 1994 si avvicina al mondo della scultura, che diverrà il linguaggio d’elezione. Al 2010 conta quarantacinque mostre personali in spazi pubblici in Italia e all’estero. E’ supportata da testi critici di : Rossana Bossaglia, Gillo Dorfles, Raffaele De Grada. Luciano Caramel e Luca Beatrice.