Il Soccorso alpino è autorizzato a utilizzare tecnologie finalizzate alla geolocalizzazione dei telefonini cellulari in mano alle persone disperse in montagna o infortunate, anche senza il permesso dei proprietari. Secondo il provvedimento del Garante sulla Privacy del 22 gennaio scorso i soccorritori potranno sfruttare le tecnologie che consentono la geolocalizzazione dell’apparecchio cellulare solo nei casi di persone disperse in montagna o infortunate.

Ma come funziona per l’utente da soccorrere? Le opzioni di geolocalizzazione devono essere attivate sull’apparecchio (smartphone) al fine di permettere la trasmissione delle coordinate Gps, che si concretizza nell’invio di sms contenenti le informazioni delle stazioni radio base visibili dal terminale. Una volta realizzato l’intervento di soccorso si potranno spegnere le teconologie di localizzazione per proteggere la privacy. Ovviamente le impostazioni dovranno essere attivate preventivamente, quando ci si avvia per l’escursione, in quanto in caso di incidente grave l’utente potrebbe non essere in grado di utilizzare l’apparecchio.

La geolocalizzazione sarà consentita «soltanto per lo lo scopo di salvaguardare la vita o l’integrità fisica delle persone disperse o infortunate e, pertanto, solo quando siano state attivate formalmente le ricerche di tali soggetti da parte delle centrali operative 118 e 115 o dall’autorità di pubblica sicurezza preposta» si legge nel dispositivo del Garante