Da una segnalazione di Stefano Campi vi illustriamo l’articolo uscito il 16 febbraio 2015 sul Gazzettino, intitolato “Fiumi e laghi bellunesi bocciati dall’Europa” in merito alla qualità delle acque bellunesi e lo confrontiamo con gli estratti dalla relazione ARPAV riferiti al lago di Centro Cadore e a quello di Santa Croce.
Dal Gazzettino si evince che le acque cadorine non rientrano negli standard qualitativi a cui le normative europee hanno imposto di adeguarsi entro il 22 dicembre di quest’anno. […] Dai dati raccolti dalle 42 stazioni di campionamento Arpav risultano da bollino nero i tratti del Piave all’altezza di Santo Stefano di Cadore […] e a dare i maggiori grattacapi sono tre laghi: Corlo, Cadore e Mis.
«In questi il livello di qualità, ottenuto dalla misurazione di diversi parametri – spiega Rodolfo Bassan dell’Arpav – è appena sufficiente quando, per rientrare nella normativa, dovrebbe essere almeno buono. Nel bacino del centro Cadore ci sono depuratori che scaricano direttamente nelle acque ma, a parte questo, a determinare i valori troppo bassi potrebbero essere diverse cause. La componente naturale, ovvero la presenza di terriccio dovuto all’erosione, potrebbe essere una di queste, ma non sono da escludere motivi antropici». Verranno fatte le dovute indagini da cui poi scaturirà un piano mirato per la salvaguardia del patrimonio idrico. Passano l’esame, invece, il Misurina, il lago di Santa Croce, quelli di Alleghe e di Santa Caterina, con valutazioni non eccellenti ma che quantomeno raggiungono il livello “buono” e mettono così al sicuro dal rischio infrazione. Per quanto riguarda i fiumi, nei tratti incriminati i dati raccolti evidenzierebbero un’anomalia nella presenza di microrganismi, mentre non sembrano destare preoccupazione la presenza di piombo nel Piave e di arsenico nel torrente Cismo, ritenute naturali e non pericolose, e gli scarichi industriali, molto limitati e mai diretti. «La parte alta della provincia – prosegue Bassan – da sempre presenta valori peggiori rispetto al resto del Bellunese. I rilevamenti evidenziano acque non del tutto pulite, ma che tuttavia non si possono definire inquinate».
Ma se si confrontano i laghi di Centro Cadore e di Santa Croce, dallo studio Arpav, hanno le stesse qualità e quindi si può azzardare che la balneabilità del nostro lago è compatibile se riferita a Santa Croce che già è balneabile.