Riceviamo e pubblichiamo una lettera sull’impatto delle costruzioni su un territorio fragile e a rischio frane come quello Cadorino. Spesso le opere di contenimento, pensate per arginare il rischio di eventi catastrofali di media entità, risultano più dannose che utili.

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“Le seguenti note si basano sulle poche informazioni diffuse dai mezzi di informazione, verificate e incrociate tramite foto aeree, ed alcune osservazioni personali. Le colate detritiche sono frane di masse semiliquide di rocce anche di grandi dimensioni, ghiaia e acqua che hanno la velocità dell’acqua e la massa distruttiva delle frane. Si originano in genere sui fondovalle di torrenti in forte pendenza in caso di piogge molto intense, o a volte in caso di tracimazione di laghi glaciali. Per migliori informazioni vedere “Debris flow” su wikipedia, o video come: https://www.youtube.com/watch?v=mnI0d8iqfNU

Le notizie riportate dai telegiornali parlavano che sarebbe tracimato un bacino di contenimento, di danni al centro di san Vito e della morte di 3 persone. Osservando la zona del Ru Secco, circa 2 km a monte del paese si può’ notare che esiste una pista da sci che attraversa il letto del fiume, probabilmente su un terrapieno rialzato, venendo dalla sponda destra dove quindi il terrapieno era più’ alto. Dalle riprese dei vigili del fuoco si vede un canale scatolato in cemento passarvi sotto, ma di dimensioni veramente ridotte rispetto alle dimensioni del torrente più’ a valle. Il terrapieno sembrava sormontato dalla colata detritica nella parte a sinistra, dove la pista da sci terminava in una zona riportata sulle mappe come parcheggio.

In altre riprese si poteva valutare che il livello di detriti depositati nella zona del parcheggio, arrivava all’altezza della ruota dell’impianto di risalita installato alla base sella pista. Secondo le notizie riportate le vittime erano ferme in auto nel parcheggio. Nelle riprese di VV.FF. Si vedeva il torrente con le tracce della colata lungo le sponde, scendere in una gola lontana da edifici, fino ad arrivare in una nuova zona tombinata in corrispondenze della statale per Cortina. In questo punto, la zona coperta del torrente era molto estesa, altri parcheggi erano stati realizzati anche qui sopra il fiume e esistevano diversi edifici, e su Openstreetmap si può’ vedere che addirittura un edificio è stato costruito esattamente a cavallo del fiume: http://osm.org/go/0ISJsv2MR–?layers=T&relation=47211.

In un telegiornale veniva inquadrata proprio una casa a cavallo del torrente, con il muro a monte distrutto dalla probabile massa della colata che non poteva passare dallo stretto alveo tombinato. Si nota dalle foto che la costruzione della casa ha ridotto di un 30% almeno l’area di sfogo verso il pur stretto ponte a valle della stessa. Dichiarazioni del sindaco di San Vito di ieri erano che il torrente era stato dichiarato sicuro dalla protezione civile, e che l’evento costringeva a rivedere tutte le sicurezze che si avevano sul torrente.

Le considerazioni che si possono fare sono:

– Probabilmente la costruzione della pista da sci, e del parcheggio annesso erano state fatte in rilevato, con lo scopo primario o secondario di realizzare un bacino o opera di sbarramento selettivo per le colate detritiche che si supponeva potevano avvenire. Tali opere sono in grado di trattenere in genere piccole colate, ma se l’evento è grande, tracimano in maniera incontrollata. Dalle foto non è chiaro se il bacino esistesse davvero, e quale fosse il suo volume. Di certo la costruzione della pista da sci e la sezione di passaggio lasciata al torrente hanno creato le condizioni di una strozzatura di fatto, ben visibile a occhio nudo.

La tracimazione è avvenuta nella parte più’ bassa dello sbarramento, quindi attraverso il parcheggio, dove sostavano delle auto con persone. L’uso della zona come parcheggio è probabilmente sicura nella stagione invernale nella quale non sono possibili colate detritiche, ma occorreva limitarne l’uso in periodi a rischio maggiore, il che sembra non sia stato. Il bacino di trattenuta ha probabilmente ridotto i danni al paese, che considerato lo stato di ostruzione del fiume sarebbero stati ben maggiori senza di esso, ma ha scaricato il danno su una altra zona e su altre persone rispetto a quelle che hanno colonizzato e ostruito il torrente a valle. – Il nome di Ru Secco del torrente potrebbe avere tratto in errore qualche cittadino desideroso di costruire nella zona, ma osservando la profondità e la pendenza della valle a monte, nessuno poteva dubitare che qualcosa la avesse scavata in periodi passati, e la mancanza di acqua corrente doveva indicare che l’erosione era probabilmente dovuta a colate detritiche.

Tutto il versante sinistro del Boite a valle di Cortina e sotto l’Antelao è evidentemente soggetto a questi rischi, e un analogo disastro avvenuto a Cancia qualche anno fa, solo pochi km a valle lo doveva ricordare. Nessun tecnico degno di questo nome potrebbe avallare la tombinatura di un torrente in quel modo, in una zona con questi rischi. Gli edifici più’ antichi del paese, come la chiesa, sono costruiti ben lontani e su una cresta rialzata orograficamente rispetto a quelli costruiti più’ di recente
nelle zone a rischio.

L’evento mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che:

1- Il falso senso di sicurezza che le presunte opere di protezione danno, porta a sottovalutare l’evenienza di eventi di scala maggiore di quelli ipotizzati come obbiettivo della protezione, e porta a comportamenti dannosi e controproducenti, aumentando i rischi invece di ridurli.
2- Il cedimento o la insufficienza di tali opere finiscono per scaricare i rischi in altre zone e su altre persone: se non ci fosse stato il bacino di raccolta, la zona del parcheggio sarebbe stata probabilmente meno a rischio o non a rischio del tutto. Il che non vuole dire che l’opera fosse più’ pericolosa se costruita, ma che essa ha cambiato le caratteristiche del rischio e la sua localizzazione. Non prenderne conoscenza e non evitarne le conseguenze ricade solo sugli amministratori e sui tecnici che lo hanno costruito e non può’ essere addebitato alla natura o al fiume.
3- Le scelte sbagliate di amministrazioni precedenti finiscono per mostrare i propri effetti negativi a distanza di anni o decenni. Un torrente su cui si costruisce un bacino di trattenuta per una colata detritica non può mai essere considerato sicuro (se per sicuro si intende costruirci attorno o sopra).
4- La zona è catalogata come a rischio nelle mappe del Ministero dell’Ambiente, quindi non si capisce chi abbia informato in maniera così sbagliata il sindaco.

Dato che in Italia ci si dimentica presto di tutto, vale la pena di ragionare un po’ sugli eventi che ci possono insegnare qualcosa, e indicare i comportamenti sbagliati.”

Davide Sandini