Angelo Piller D’Adamo ci scrive in merito ai nuovi lavori appena iniziati sul torrente Boite in prossimità di Perarolo. Riguardano la costruzione di ben tre centraline idroelettriche situate circa duecento metri una dall’altra. I lavori sono appena iniziati “e stanno distruggendo un ambiente che purtroppo ha già subito troppe devastazioni e che non è in grado di reggerne altre”.
Per meglio rendersi conto di come sia messo il bacino del Boite, che oramai si sta lentamente trasformando in una sorta di monumento al cemento, si veda questo breve video DOSSIERBOITE
Con la costruzione delle tre nuove centraline (peraltro senza scala di monta o di risalit obbligatorie secondo l’art. 10 del “Testo Unico delle leggi sulla pesca”), la lista dei manufatti presenti lungo il corso del Boite cresce ulteriormente. La distruzione non riguarda solo gli aspetti morfologici del torrente Boite e dei torrenti più in generale, ma anche la vita degli animali che sono legati all’ambiente acquatico: i pesci come le trote, i temoli, i salmerini, gli scazzoni, prima di tutto, ma non dobbiamo assolutamente dimenticarci della fauna bentonica presente nel torrente che poi è quella da cui parte tutta la catena alimentare.
“Sono anni che mi adopero per valorizzare il Cadore e le sue acque in quello che viene chiamato pescaturismo – ribadisce Angelo Piller D’Adamo. Proprio per la mia vasta esperienza di pesca (ho pescato praticamente in tutti i luoghi più rinomati al mondo e quindi di gestioni ne ho viste tante), quattro anni fa la Provincia di Belluno mi ha commissionato una relazione sul concetto di pescaturismo. In questo settore il Cadore sta lentamente crescendo, tanto che ci sono diverse realtà commerciali e turistiche che vivono grazie all’apporto di lavoro proveniente soprattutto dalla categoria dei pescatori “a mosca”. Si tratta di una categoria di pescatori attenti all’ambiente e soprattutto a rilasciare indenni le trote, praticando il cosi detto Catch&Release, ovvero il “cattura e rilascia”. Bar, ristoranti, alberghi e B&B (Angelo Piller D’Adamo ne gestisce uno) riescono a sopravvivere solo grazie a questa forma di pescaturismo! Si pensi che vengono a pescare in Cadore persone da tutto il mondo: americani, giapponesi, australiani, sudafricani senza contare i pescatori europei.
Distruggere i nostri fiumi con l’utopia di un’energia “pulita” grazie solo a certe sovvenzioni che consentono il finanziamento dei lavori, è pura follia che in un futuro prossimo pagheremo a caro prezzo. Sono speculazioni vere e proprie, il miraggio del guadagno “facile” a scapito dell’ambiente, ma anche a scapito di una nuova e concreta forma di turismo che ha una stagionalità molto ampia: da Marzo a tutto Ottobre, e dunque, anche in periodi solitamente considerati poco proficui perché ritenuti “bassa stagione”.