Premiati a Roma i ragazzi «eccellenti» del 2015. Alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso, si è tenuta la cerimonia per premiare i giovani studenti che partecipano alla «Giornata delle Eccellenze 2015». L’iniziativa del Miur, alla terza edizione,è organizzata dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale dell’Istruzione e premia il merito dei ragazzi che si sono distinti nelle Olimpiadi delle Discipline, nazionali ed internazionali e delle gare degli Istituti Tecnici e professionali. Fra la decina di ragazzi provenienti da tutta Italia si sono distinti ben due cadorini.
Sebastian Agostini (Enrico Fermi – Pieve di Cadore)
Gara nazionale istituti professionali e tecnici. Si racconta così: «Ho 18 anni e vivo a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno. Frequento la classe quinta dell’IPSIA mobile e arredamento dell’IIS “E.Fermi” e in futuro mi piacerebbe proseguire gli studi in un’accademia militare». «Il mio obiettivo è di diventare un membro dei lagunari o fanteria carrista. Fin da bambino ho avuto la passione per il mondo militare e vorrei poter aiutare gli altri con questa attività».
Pietro De Candido (Istituto Enrico Fermi – Pieve di Cadore) . Gara nazionale istituti professionali e tecnici – Migliore ottico d’Italia-. «Io non sono esattamente il genere di persona facile da descrivere a parole, almeno io non ci riesco. Credo di avere molte sfumature che solo pochi riescono a leggere in me. Leggere, mi piace farlo, mi piace immergermi in un mondo tutto mio, un po’ astratto. Mi piace sapere, mi piace conoscere e paradossalmente odio studiare. Sono quello che a scuola tutti definiscono secchione anche se di questo stereotipo non mi appartiene molto: sono quello a cui piace divertirsi, anche in classe, sono quello che a volte copia i compiti alla mattina, sono quello che piuttosto ha passione di quello che studia.. Io non credo che sia possibile essere sé stessi se prima di studiare non si impara a capire ciò che abbiamo attorno. La mia passione per la vista, per gli occhi, nasce dal fatto che sono un amante delle sensazioni, delle emozioni». «Questa si accompagna alla musica, che credo sia il mezzo più efficace per oltrepassare il velo di uno sguardo, per andare oltre un confine che nient’altro al mondo può mostrare, che nessuno ti può insegnare a conoscere, e che per questo risulta quanto di più misterioso e intimo in noi stessi. In uno sguardo io posso vederci numeri, posso vederci ametropia, posso vederci forza e tante altre cose che studio, ma niente mi affascina quanto vedere ciò che sta oltre quegli stessi occhi»