I dati indicano che l’inverno in corso può considerarsi tra i più secchi, se non addirittura il più secco degli ultimi cent’anni, con precipitazioni assenti per oltre tre mesi. Questa eccezionalità metereologica ha reso assai evidente un fenomeno: nel versante franoso della Busa del Cristo a Perarolo di Cadore vi è una notevole presenza di acqua anche quando non piove da molto tempo.
«Che l’acqua fosse presente e sia dannosa per la situazione della frana è risaputo da sempre tra gli abitanti di Perarolo di Cadore» sostiene Tiziana Mascolo, Presidente del “Comitato per il futuro di Perarolo di Cadore” «ma durante questa stagione particolarmente secca si è avuta la prova evidente che l’acqua è presente, e anche in misura copiosa. Da circa metà versante fuoriesce un rivolo ben evidente perché ghiaccia appena esce dal sottosuolo»
«Le misure effettuate dai tecnici indicano che la frana si muove anche quando non piove ma questo non significa che l’acqua non sia responsabile del fenomeno, anzi! E’ l’acqua che dilava i gessi che li degrada e causa il fenomeno, lo dicono molti tecnici qualificati. Non vi quindi è una correlazione stretta tra piovosità e movimenti perché l’acqua c’è sempre, anche quando non piove. Da almeno 30 anni a Perarolo sosteniamo che debba essere tolta l’acqua dal versante per arginare il fenomeno, anche le allora Ferrovie dello Stato hanno preservato l’integrità della linea che taglia il versante drenando e asciugando. Ora speriamo che anche con questa osservazione i tecnici si rendano conto che l’acqua, brutto nemico dei gessi che compongono il versante, va raccolta ed allontanata dalla frana per stabilizzarla». «Per dare un contributo positivo» conclude la Presidente Mascolo, «come popolazione abbiamo presentato alla Regione del Veneto la scorsa primavera, un’idea progetto firmata da un gruppo di tre tecnici (due ingegneri e un geologo) altamente qualificati nel campo delle frane che hanno studiato il fenomeno e che propongono una soluzione definitiva allo stesso. Speriamo che questa soluzione venga presto presa in considerazione anche alla luce del nuovo incarico di approfondimento della conoscenza del fenomeno che la Regione Veneto ha recentemente effettuato».