Locandina finale 2016 grigio scuro G.D.MMercoledì 27 gennaio 2016, dalle ore 10.30 sarà aperta al pubblico presso Palazzo Poli la mostra fotografica GIORNO DELLA MEMORIA del fotografo Paolo Croci che si inserisce negli eventi da organizzati dall’Assessorato alla Cultura. La mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico fino al 13 febbraio in orario comunale.

L’esposizione testimonia una parte del percorso del fotografo Paolo Croci nei luoghi che furono teatro della Shoah attraverso 50 fotografie a colori dei campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau, ripresi nella stagione invernale 2011. Le immagini si impongono all’attenzione e alla memoria con forza ed il senso che l’autore ha voluto dare alla sua opera è proprio questo: non dimenticare. L’autore ha iniziato ad effettuare diversi reportage, dal 2009 al 2012, sui luoghi che furono tragico teatro della Shoah (oltre ad Auschwitz, Birkenau, a Dachau, Flossenburg,Majdanek, Mauthausen, Sobibor, Theresienstadt, Treblinka,) portando in stampa circa 200 fotografie dei vari campi di sterminio nazisti.

I simulacri delle cattedrali del genocidio sono ritratti con una composizione semplicissima, quasi scabra, senza mai indugiare in giochi ed effetti particolari. In questa mostra ha ritratto i campi di concentramento nazisti come sono oggi, silenziosi, vuoti e diroccati. E’ riuscito a fermarne l’immagine prima che i campi vengano completamente distrutti e trasformati rapidamente in musei o monumenti-ricordi più equilibrati e meno palpabili.

“Questa mostra vuole inoltre essere un’occasione per ricordare che i campi di concentramento sono stati concepiti, guidati e comandati da uomini e donne che hanno permesso a loro stessi di diventare così disumani da riuscire, quasi sempre senza proteste o rifiuti, ad ordinare, eseguire e tollerare crimini innominabili contro altri uomini e donne e bambini in scala talmente grande da sfidare ancora oggi ogni immaginazione. Seguendo il bisogno di ricordare queste tragedie, ho lasciato che le spoglie fisiche di molti campi e qualche monumento parlassero da soli. Nell’agghiacciante silenzio del presente, testimoniano non soltanto di un inferno che non deve essere dimenticato, ma anche del fatto che l’orrore nato in quel momento non era il frutto di un caso isolato ma che, da allora in poi, in molte altre parti del mondo simili crimini sono stati, e continuano ad essere, perpetrati”. Per anni Croci è stato ossessionato dal ricordo di ciò che era accaduto nei campi a suo padre e alle altre vittime dei nazisti.