Sabato 19 novembre si è tenuto a Belluno il convegno sulla mobilità Alto Bellunese, nel quale sono emersi svariati spunti interessanti che potrebbero rappresentare il futuro delle nostre vallate relativamente al modo di viaggiare. È indubbio, infatti, che a seguito della bocciatura del progetto di collegamento della A27 Venezia- Monaco, sarà necessario individuare un sistema di mobilità rispettoso delle peculiarità ambientali e paesaggistiche delle nostre zone, che permetta di abbattere le emissioni inquinanti e favorisca una mobilità e un turismo sostenibile.
Dal dibattito scaturito nel corso degli interventi è risultato palese come l’unica possibilità per realizzare degli interventi eco-sostenibili, rapidi e capaci di fornire una risposta concreta al problema della mobilità sia dei residenti che dei turisti (soprattutto stranieri) sia la realizzazione di una ferrovia. Tale infrastruttura andrebbe ad inserirsi in un programma di mobilità europeo che vede come ultima ramificazione territoriale il tunnel del Brennero, il quale potrebbe portare a Bolzano un potenziale flusso di oltre 5 milioni di turisti da tutta Europa. È evidente, come tale numeri non possano che essere gestiti da una moderna ferrovia che potrà convogliare i turisti verso Cortina e il resto del Veneto senza produrre ingorghi sull’Alemagna, problema ben noto attualmente a tutti i residenti.
In particolare, personalmente, ho apprezzato l’intervento di Moroder che con il suo progetto di collegamento Bolzano-Cortina in poco più di due ore, mediante treno a cremagliera, ha spiegato come una mobilità sostenibile non solo sia possibile ma che possa anche rappresentare una scelta economicamente auspicabile, a patto che venga inserita in un progetto più ampio di collegamento prima con Calalzo di Cadore e successivamente con interventi di miglioramento della tratta per Venezia.
Alcuni sostengono che tali infrastrutture non siano attualmente realizzabili a causa dei costi ma, come più volte ricordato durante il convegno, anche la ferrovia della Val Venosta sembrava irrealizzabile per l’onerosità del progetto, ma un passo alla volta è stata realizzata e attualmente «è uno dei treni di maggiore successo in Italia».
L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso è stato il solito atteggiamento di malcontento fra il pubblico, poiché, ognuno pretendeva che il progetto interessasse le proprie zone, così da apportare per queste un vantaggio diretto, senza focalizzarsi sulla visione d’insieme, ossia la creazione di una viabilità nell’Alto Bellunese sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale. Tutto ciò è possibile e deve essere attuato, con la consapevolezza che in un territorio montano come il nostro, solo facendo “rete” e puntando ad una viabilità integrata ferrovia-trasporto pubblico locale sarà possibil far fronte alle sfide che si prospettano per il futuro.
a cura di Massimiliano Stiz