Si è rivelata vincente in tutti i sensi questa prima partecipazione da parte della Squadra Cadore Scs ai Mondiali antirazzisti che si sono svolti dal 6 all’8 luglio in località Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Un evento all’insegna dell’inclusione sociale organizzato dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti), un’associazione di promozione sociale e sportiva che ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini.
La squadra cadorina era composta da operatori, simpatizzanti e in larga parte dai migranti ospitati nelle strutture di prima accoglienza gestite dalla Cooperativa nella parte alta della provincia di Belluno.
Al di là del risultato sportivo, che è stato soddisfacente – dopo la vittoria del girone eliminatorio a punteggio pieno, grazie anche ad alcuni punti bonus ottenuti con le attività di presentazione del progetto – il vero successo è arrivato con la premiazione del team, fra oltre 170 squadre iscritte, come uno dei migliori dieci in campo, sia per il gioco realizzato che per il rispetto delle norme non scritte di sportività.
La piccola realtà cadorina, con gli operatori Silvia Silvestri e Federico De Martin, ha infatti attirato numerose curiosità e complimenti. Non solo da parte degli organizzatori della Uisp nazionale, ma anche delle altre cooperative presenti sul campo, nonché del campione Damiano Tommasi, che rappresentava l’Associazione italiana calciatori. Graditi anche i gesti di fratellanza tra le squadre, come lo scambio di doni, tra cui le magliette raffiguranti il volto di Nelson Mandela, che la Squadra Cadore Scs ha ricevuto dalla Associazione internazionale Fare (Football Against Racism in Europe).
«Questi giorni intensi fatti di sudore, strette di mano, sorrisi, storie, nazionalità, lingue, amicizie hanno portato un insieme di novità per i richiedenti asilo che si sono potuti cimentare intensamente nella pratica sportiva», dicono dalla Cadore Scs. «Ai festeggiamenti finali hanno partecipato tutte le squadre perché a vincere, ai Mondiali antirazzisti, sono tutti quelli che riconoscono nello sport una delle armi migliori per combattere il razzismo sul campo».
Fonte: Cadore scs