La Magnifica Comunità di Cadore, Ente di remotissime origini, pur non avendo competenze amministrative territoriali, individua il proprio ambito di azione nel contesto geografico dell’alta provincia di Belluno. Essa, come esplicita lo Statuto, è l’erede della storia unitaria del Cadore, delle sue esperienze di autogoverno e dei valori tradizionali espressi dalle genti cadorine.
La Magnifica costituisce il punto di riferimento delle realtà istituzionali e sociali operanti sul territorio, concorrendo a conservarne l’identità culturale e le risorse ambientali ma anche contribuendo a promuovere la formazione e lo sviluppo delle comunità locali. Le finalità principali dell’Ente, ricostituito alla fine del 1800 con scopi diversi dall’amministrazione svolta anticamente, sono quelle riguardanti la cura e la conservazione del proprio patrimonio, la valorizzazione degli elementi di carattere unitario che, nel rispetto delle autonomie locali e sociali, possono contribuire al progresso complessivo del Cadore anche mediante iniziative volte a favorire il raccordo e la concertazione delle decisioni di competenza dei diversi soggetti operanti nel territorio. In quest’ottica la Magnifica Comunità di Cadore promuove studi e ricerche ed assume iniziative su temi relativi al Cadore al fine di migliorare la conoscenza del patrimonio culturale delle genti cadorine e per contribuire alla risoluzione di problemi socio economici di attualità.
Da un’analisi generale sul Cadore emerge che l’economia locale si sta orientando verso una lenta trasformazione. C’è insomma un cambio di rotta rispetto alle caratteristiche che hanno garantito il benessere negli ultimi cinquant’anni. Una trasformazione che la Magnifica Comunità osserva con interesse e alla quale vuole partecipare fornendo idonei strumenti di indirizzo. Al centro dell’attenzione c’è uno sviluppo economico e sociale che deve rispondere alle regole della sostenibilità. In questo senso la Magnifica è vista da molti come esempio positivo. Prendiamo la sua capacità di conservare i propri beni e di farli rendere ma anche la sua capacità di diffondere e promuovere la Cultura come risorsa che produce economia per il territorio. Anche di questo parla il bilancio 2018-2020 della Magnifica. Un bilancio che parla di futuro e di nuovi modelli di investimento. Da questi assunti emerge dunque che la necessità sentita da parte del territorio di raggiungere un benessere economico stabile e sostenibile, debba passare necessariamente per una Rivoluzione culturale a più ampli livelli e non limitatamente relegata ad un mero e sterile nozionismo, poco efficace nella “fertilizzazione” dell’indotto sociale e dei soggetti che lo caratterizzano. Su queste basi dunque la Magnifica Comunità di Cadore si propone quale entità di riferimento in questo delicato e probabilmente lungo processo di adeguamento. Con l’intento di centrare anche questo obiettivo, l’Ente infatti, sta intraprendendo un delicato percorso per l’implementazione di sistemi organizzativi a rete attraverso i quali mettere a sistema, sulla base dell’individuazione e codificazione di problematiche comuni e potenzialità condivise, più realtà sul territorio con lo scopo di valicare lo scoglio funzionale dell’individualismo.
Nel corso dell’ultimo anno, sono state intraprese altre attività che troveranno continuità nei prossimi esercizi e che hanno avuto quale scopo quello di utilizzare la leva culturale (l’organizzazione di mostre, eventi, conferenze e concerti) per mettere a sistema le varie anime ed enti che caratterizzano il Cadore, come ad esempio la rassegna riguardante gli Organi Storici, i concerti nei rifugi “LeDolomitiPiùNote”, la candidatura del Cadore a Capitale della cultura per l’anno 2020. Dal documento presentato ed approvato di recente dal Consiglio Generale della Magnifica Comunità emerge infatti che molte delle limitazioni che in passato avevano giustificato una “diversa velocità” del nostro sviluppo territoriale rispetto ad aree geograficamente più agevolate possono ad oggi essere superate grazie ad una maggiore scolarizzazione dei cittadini residenti e all’acquisizione di una padronanza di sistemi di comunicazione di fatto in grado di azzerare le distanze.
Il ruolo dell’Ente sarà dunque utile per garantire consapevolezza in questi contesti, rimarcando, diversamente da ciò che accade oggi, che è possibile, all’interno di un modello economico capace di guardare al futuro, poter svolgere percorsi professionali di dignità pari o addirittura maggiori rispetto a ciò che le forti concentrazioni urbane, che hanno snaturato la nostra pianura, sono in grado di offrire.
Entrando nel dettaglio del Bilancio approvato e descritto anche mediante il documento Unico di Programmazione (DUP) rileviamo che: Le previsioni di entrata corrente consentono di sostenere spese correnti per Euro 346.300,00 Le poste sono riportate al lordo dell’IVA e pertanto è previsto un capitolo di spesa che riporta una previsione delle liquidazioni. Le spese di gestione corrente evidenziano entrate dal patrimonio antico della Comunità (boschi del Comelico e area artigianale di Gogna) per complessivi 314.600 euro (al lordo di IVA) che generano costi di gestione assorbiti dagli uffici, e sviluppano costi diretti per il patrimonio extra moenia per circa 15.000 euro relativo alle spese dei soggetti preposti al controllo e supervisione. Le entrate in conto capitale di competenza 2018 consentono di sostenere spese in conto capitale per 126.30 euro riguardanti gli interventi per la messa in sicurezza e parziale ripristino del Gran Caffè Tiziano e lo sviluppo di due progetti inerenti la valorizzazione archeologica del territorio e dei musei. Ciò avviene anche attraverso l’applicazione dell’avanzo di amministrazione per la quota di 27.500 euro. Vengono inoltre applicati per 3.000,00 euro i fondi di avanzo a specifica destinazione e previsti per le borse di studio in memoria di Guido De Lorenzo Varonego e Giuseppe D’Andrea. È prevista un’anticipazione di cassa di 150.000 euro nell’ipotesi che si verificassero sfasature tra l’incasso dei contributi in conto capitale delle spese che saranno pagate con le poste previste a residui derivanti dagli esercizi precedenti. Le partite di giro finanziano per lo stesso importo di 115.000 euro le entrate e le spese, si tratta di operazioni contabili di girofondi con nessuna rilevanza sull’effettiva consistenza di bilancio.
Come noto e specificato a più riprese, la natura della Magnifica Comunità di Cadore, risulta unica quando confrontata con gli altri enti pubblici locali per analogia di funzionamento. A riguardo una sintesi grafica di tali assunti, è riportata nel quadro che esemplifica l’elaborato. Se infatti prendiamo in considerazione lo schema di bilancio che riassume equilibri e titoli, si rileva immediatamente che la quota di finanziamento derivante da trasferimenti statali è pressoché inesistente, mentre risulta preponderante la quota derivante dalla gestione del patrimonio.
Articolo tratto da IL CADORE n.2-2018
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