Abbiamo più volte sottolineato la mancanza in Cadore di.. In questa realizzazione in primis andrebbe valorizzata la storia dell’alpinismo e del turismo, con la raccolta dei manifesti d’epoca. Andrebbero riunite ed esposte le raccolte cinematografiche, fotografiche, musicali ed inoltre una pinacoteca contemporanea e moderna. Ma vi è un’altra grave lacuna che, se colmata, potrebbe trovare spazio pubblico. Si tratta di una raccolta di stemmi, medaglie, distintivi e spille. Una vasta Raccolta degli Stemmi e delle Medaglie. Non va dimenticato che lo studio della monetazione e della medaglistica costituisce una vera e propria scienza che analizza e classifica sotto tutti gli aspetti le monete e le medaglie di ogni epoca. Inoltre la rappresentazione, l’effige, (il recto ed il verso) sono spesso frutto di una vera e propria opera d’arte in cui si sono cimentati artisti di grande valore.
Qualcosa di simile (ma certamente più prezioso) si trova nel Comune di Buja (Udine) dove esiste da molto tempo il Museo d’Arte della Medaglia, nato in onore dei Maestri e Incisori che nel Novecento hanno onorato la città e il Friuli in tutto il mondo e che si è arricchito nel tempo della presenza di numerose opere. Il Museo consente altresì di conoscere come vengono realizzate le opere: fusioni e coniazioni. Naturalmente dalla costituenda raccolta andrebbe unita la pur modesta monetazione (riferita al Cadore o ai cadorini) e le opere realizzate per occasioni speciali, a volte di grande pregio (Murer per il Festival del Cinema di montagna di San Vito ad esempio). Ne resterebbero esclusi i trofei e realizzazioni analoghe, quasi sempre di pessima fattura.
Nel corso dei decenni, specie nel secondo dopoguerra, moltissime iniziative in Cadore sono state accompagnate da coniazioni rappresentative della circostanza in corso: vediamo una sintesi. Il primo riferimento è al Corpo degli Alpini indissolubilmente legato alla terra del Cadore. Poi le manifestazioni sportive, quelle turistiche, industriali, religiose e molte altre (celebrazioni di personaggi, di eventi artistici, religiosi ad esempio).
Ma partiamo da più lontano. Le medaglie degli Alpini. Fin dalla prima Adunata nazionale l’ANA coniò delle medaglie ricordo. La seconda fu a Cortina nel 1921 (e poi nel 1953). A Pieve si tenne nel 1927 e successivamente nel 1935. Oggi sono introvabili. Sul recto riporta lo stemma del Cadore. L’adunata del 1935 si tenne a Tripoli. Nella medaglia è raffigurato il monumento cortinese al Generale Cantore. Nel 1953 si tenne a Cortina e sul retro la medaglia ancora una volta raffigura il monumento a Cantore. Per l’adunata di Milano (1972) venne distribuita la medaglia per il centenario del Corpo degli Alpini ove è raffigurato idealmente il notissimo episodio di guerra sul Paterno (dove l’Alpino De Luca scaglia il masso sulla guida austriaca Innerkofler); la stessa immagine stilizzata è ripresa sulla medaglia dell’adunata di Bergamo (1986). I gruppi Alpini del Cadore hanno coniato tantissime medaglie in occasione dei loro molteplici anniversari.
Quanto allo sport, si potrebbero raccogliere tutte quelle realizzazioni create per pubblicizzare o ricordare un avvenimento locale, spesso messe in vendita a mo’ di finanziamento o consegnate ai partecipanti. Potrebbe altresì ospitare i premi raccolti dai tanti campioni che hanno rappresentato l’Italia nelle competizioni nazionali e internazionali.
Molte realizzazioni (non proprio di pregio) sono da attribuirsi alla pubblicità: egualmente degne di essere ospitate nella raccolta. Vi è poi tutto il mondo dell’industria a partire dalla medaglia d’oro coniata nel 1893 per la costruzione di una ferrovia in Romania (con il nome di Vincenzo De Silvestro di Vallesella), per giungere ai vari conii in occasione del centenario della nascita dell’occhialeria in Cadore nel 1978.
Infine la cultura: si va dalle medaglie tizianesche, a partire dal 1600, per finire a quelle coniate nel 1976 per il IV centenario della morte, opera di A. Murer, ma andrebbe ricercata anche la medaglia coniata in ricordo della Soprano Anna Davvià di Nebbiù (Annae daviae virtuti excelsa), unica cantante lirica cadorina, giunta a così alti onori. La proposta di realizzare una “Cittadella della cultura” costituisce un ideale contributo alla storia e alla cultura cadorine, oltre che un’opera di salvaguardia di un patrimonio artistico e, altresì, insieme ad altre raccolte, un’ulteriore attrazione turistica, rappresentativa del nostro territorio. È oramai evidente che nel contesto economico politico presente e futuro solamente il turismo potrà portare un maggior reddito al Cadore. Sia per questo motivo, sia per la rilevata carenza e dunque la dispersione che ne consegue a livello culturale, le raccolte descritte devono essere promosse al più presto.
a cura di Emanuele D’Andrea
Articolo tratto da IL CADORE n.7-2018
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