Helmut Senfter

Helmut Senfter ama lo skateboard, il golf e lo snowboard. “Ma recentemente ho ripreso anche a sciare ed a migliorare
la mia tecnica”, soggiunge.

Crede nello sviluppo di Padola e del Comelico?
“Sì molto, e per varie ragioni: anzitutto i luoghi sono molto belli, c’è una forte volontà di collaborazione e poi si tratta di una zona di lingua ladina, come Cortina, Saint Moritz, Ortisei, Corvara, la Val Badia, la Val Gardena. Tutte località dove il turismo ha avuto un grande sviluppo. La matrice, dunque, è la stessa e lo stesso può essere il risultato. Dobbiamo lavorare tutti insieme per far emergere il potenziale ancora inespresso in quella bella Val Comelico”.

Ha interessi diretti nella Drei Zinnen Dolomites, la società che gestisce gli impianti di risalita della Pusteria e di Padola in Comelico?
“No, personalmente non sono socio, ma ovviamente seguo da vicino le vicende della società nata da un’intuizione di mio padre, che prima ha creato il comprensorio del Monte Elmo nel 1971, e poi ha saputo aggregare le altre società della Alta Val Pusteria ed acquisire gli impianti di Comelico, con un prossimo sviluppo verso l’Austria, a Sillian. Il Giro delle Cime che ne è nato diventerà una delle maggiori attrazioni sciistiche delle Dolomiti”.

State pensando a investire nell’alberghiero a Padola?
“No, non direttamente. Ma se qualcuno, come credo, pensa di poter costruire noi siamo interessati a valutare l’opportunità, nell’ambito della diversificazione prevista dalla nostra holding”.

Studi alla Cattolica e poi la Cina
Scuole a San Candido, fino alla seconda superiore dell’Istituto tecnico commerciale, poi al terzo anno Helmuth Senfter si è spostato all’Istituto per ragionieri di Bolzano, tutte scuole di lingua tedesca. Poi la scelta di Milano e della Cattolica, dove si è laureato in Economia e commercio, indirizzo gestione aziendale. “Una città che mi piace molto – dice – l’unica veramente europea, dove vige il principio della meritocrazia, che ha una mentalità competitiva insita nel suo dna. Milano, per me, è sinonimo di professionalità e competizione”.

Quindi la scelta della Cina.
“Sì, adesso l’altro settore di mia competenza è proprio quello delle attività in Cina, che abbiamo sviluppato da pionieri a partire dal 1995. Se mio padre ha avuto il ruolo insostituibile di fondatore del business in Italia, io ho fondato il business in Cina, dove attualmente abbiamo 107 dipendenti ed un fatturato di 8 milioni di euro (200 complessivamente nei 22 anni di nostra presenza là). Nel 1995 partimmo con una joint venture con lo Stato”.

Perché proprio la Cina?
“Era un investimento interessante; e poi i cinesi nascono con uno spirito imprenditoriale, a lungo represso dal regime comunista che però, in quegli anni, aveva deciso di garantire alla propria popolazione una alimentazione, fino ad allora molto vegetariana per ragioni economiche, maggiormente ricca di proteine animali”.

E ora?
“Il prossimo passo sarà quello di spostare lo stabilimento di Shangai, perché una volta era in periferia, ma adesso la città si è ingrandita molto e siamo quasi in centro. Così sfrutteremo gli incentivi e faremo uno stabilimento di 15.000 mq contro gli attuali 4.000”.

La dinastia dello speck
Mentre la Senfter cresceva in Cina, iniziava la scalata della leadership nel settore alimentare anche in Italia.
“Già eravamo leader nello speck e negli affumicati – spiega Helmuth Senfter – ma l’obiettivo era diventare un’azienda generalista, un player nazionale e mio padre ha fatto una scelta lungimirante, la joint-venture con la Cooperativa di Modena Unibon, dando vita nel 2000 a Grandi Salumifici Italiani. Così mentre crescevamo in Cina del 20/30% all’anno, nel 2000 nasceva questa nuova realtà a cui noi conferivamo tutti i nostri prodotti affumicati, complementari agli emiliani, come la mortadella, il prosciutto cotto e crudo, etc: noi eravamo presenti in tutti i supermercati non cooperativi, loro in quelli di Coop e di Conad. Insomma mio padre è stato capace, da leader qual è, di integrare due realtà complementari e di dare una mentalità imprenditoriale ad un sistema cooperativo. Costruendo un’azienda da oltre 600 milioni di fatturato, di cui è stato presidente fino al 28 febbraio scorso, momento della chiusura dell’operazione”.

Per un valore di?
“Di comune accordo con Unibon abbiamo deciso di non diffondere notizie in merito”.

Un lungo legame con il Comelico
Franz Senfter da giovane è stato sindaco di San Candido, contribuendo allo sviluppo di una cittadina oggi considerata fra le migliori per ricettività in tutto l’arco alpino; è stato anche maestro di sci e con il Comelico ha un rapporto speciale.
“Perché – ha ricordato più volte – è la prima valle in cui la mia azienda si è allargata quando ero ragazzo e venivo proprio qui a vendere, con un camioncino, i nostri insaccati”.
Lui insomma ha sempre creduto in un collegamento sciistico che per il Comelico rappresenta un’opportunità unica di sviluppo. Ed ora Franz Senfter, al compimento dei 75 anni (che ha festeggiato solo in privato, senza alcuna cerimonia pubblica, in onore alla sua proverbiale riservatezza) ha ceduto le sue attività imprenditoriali perché, ha sostenuto in varie occasioni, “è proprio quando le cose vanno a gonfie vele, che bisogna avere il coraggio di intraprendere nuove strade. Questo è il compito del vero imprenditore”. E si dedicherà anima e corpo allo sviluppo del suo progetto turistico legato all’impiantistica non solo invernale, ma anche estiva.

Sono tante le aspettative in Comelico. Anzitutto che arrivi rapidamente il via libera per il collegamento sciistico che attualmente è reso possibile da uno skibus, mentre a regime sarà percorribile tutto sci ai piedi. Due gli impianti e due le piste da realizzare.

Ma non è questa la sola partita che il Comelico deve giocare nei prossimi anni e, se possibile, nei prossimi mesi, per cercare un rilancio. È tuttora aperto il triste capitolo delle Terme di Valgrande, un’incompiuta che rimane adesso come un monumento all’incapacità gestionale della cosa pubblica. Furono spesi vari milioni di euro per realizzarle, mentre con grande miopia si bloccava l’ipotesi di un camping di prima qualità proposto da Hans Appacher proprio per garantire anche alle Terme la clientela necessaria. Il quale Appacher, in questi anni, ha fatto diventare il suo Caravan Park di Sesto uno dei camping maggiormente frequentati ed attrattivi, mentre le Terme sono chiuse ormai dal lontano agosto 2012.

Questi sono errori, indipendentemente da chi li ha commessi, che la Val Comelico sta ancora pagando, mentre cerca di rilanciarsi con l’unica strategia economica che possa bloccare lo spopolamento, ovvero il turismo legato all’impiantistica, non solo invernale, ma soprattutto estiva. Per questo il ruolo di un leader carismatico come Franz Senfter è fondamentale e molti leggono in questa sua volontà di concentrare gli interessi della famiglia sul turismo la garanzia, anche per il Comelico, di un futuro più roseo dell’attuale presente.

 

Stefano Vietina
twitter@vietinas

 

Articolo tratto da IL CADORE n.9-2018


Abbonati a IL CADORE, il giornale della Magnifica Comunità.
Info: ilcadore@magnificacomunitadicadore.it – Tel. 0435.32262