Sui fatti di sabato notte, che hanno visto piazza Tiziano e le sue adiacenze messe sottosopra da un gruppo di giovani, interviene nuovamente Stefano Pompanin, gestore del Caffè Tiziano. «Riguardo questi fatti», scrive, «voglio sottolineare che, da un lato, mi dispiace che solo quattro ragazzi alla fine debbano pagare per tutti. Però è anche vero che in altre occasioni, senza tanto clamore, altre persone hanno pagato i danni. Purtroppo, senza una video sorveglianza che possa tutelare al 100% la piazza e tutta Pieve, non c’è un mezzo efficace che possa dissuadere chiunque voglia compiere atti di vandalismo. Quella di sabato non era logicamente la prima volta che si verificavano atti gravi ai danni alle cose pubbliche. Noi, come Caffè Tiziano», aggiunge, «tutte le sere, prima di andare a casa alla fine della giornata lavorativa, puliamo e mettiamo in ordine, non solo ciò che riguarda il nostro ambiente, ma anche tutta la piazza. Ricordo circa 3 o 4 settimane fa, un sabato notte abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza per caricare un giovane che dormiva in mezzo a piazza Tiziano sul porfido e sotto una pioggia battente. La cosa più incredibile è che, pur cercando di svegliarlo, non ha fatto una piega, risvegliandosi poi il giorno dopo in ospedale. Penso che a questo punto abbiamo superato ogni limite. Se non facciamo qualcosa, Pieve resterà sempre terreno facile per chiunque voglia compiere atti vandalici. Mi rivolgo adesso anche alla nostra affezionata clientela, che invito a comportarsi in modo civile e responsabile, sentendo anche il dovere di segnalare ogni atto vandalico che si verifichi, come anche un semplice bicchiere o una bottiglia rotta nella piazza, o in mezzo ad una strada. Questo vale anche per le miriadi di mozziconi di sigaretta buttati per terra e per chi ha il brutto vizio di sputare. Se il comportamento non è degno di Pieve e di chi ci lavora», conclude Pompanin, «non potremo mai chiedere, e tanto meno pretendere, di poter prolungare l’orario d’apertura, come penso sarebbe utile».
Vittore Doro – fonte: Corriere delle Alpi