Le montagne che sembrano grattacieli, stilizzate su fondo rosso, dovrebbero rappresentare le Dolomiti, ma ricordano più lo skyline di New York.  L’accusa è proprio questa: è un simbolo in cui il territorio non si riconosce.

Questi i risvolti della vicenda.

Il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, ha chiesto alla Fondazione Dolomiti Unesco, capofila del progetto, di ripensarci: «Quel simbolo non ha niente a che vedere con le nostre montagne. E la popolazione non lo vuole. Io voto per rifare tutto e scegliere un nuovo logo, spero che il CDA della Fondazione ne tenga conto».

Il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin, scarica invece ogni responsabilità su Trento: «In questa vicenda la Provincia di Belluno non c’entra nulla. La Fondazione ha affidato operativamente l’iter della vicenda a Trento, che ha fatto il bando». Intanto sul web sono arrivate a tremila le firme di protesta che si scagliano contro il logo.

Renzo di Renzo, ex direttore artistico di «Fabrica», ora alla Fondazione Buziol di Venezia, critica la scelta del concorso aperto. «Quello è stato un errore. Una questione legata all’immagine avrebbe dovuto essere affidata a nomi di primo piano, penso a Venezia che ha fatto realizzare il proprio logo da Philippe Starck. Quando un concorso apre la porta a tutti, è facile che manchi la qualità. Avrei puntato più sulla professionalità, ma si sa che in Italia oltre a essere tutti allenatori di calcio, sono pure tutti designer…».

Difende la scelta l’architetto a capo della commissione giudicatrice, Cesare Micheletti. «Il dibattito in corso dimostra che il logo non è confondibile, nè banale. L’immagine ha tutti i requisiti richiesti dal bando. Da sempre le Dolomiti sono chiamate anche torri, castelli, campanili, riferimenti al concetto di costruzione dove abitare, quindi l’idea del parallelismo con i grattacieli non è male. E poi a livello internazionale è piaciuto».

L’ideatore, Arnaldo Tranti , è tranquillo. Cita il regista Luis Trenker, altoatesino, e il suo film sulle montagne che si trasformano in grattacieli, tra i riferimenti culturali che hanno portato a quei monti stilizzati. «Non è un simbolo turistico, ma istituzionale – fa notare – , mettere il sole e le stelle sarebbe stato sbagliato. Se questo simbolo ha vinto su altri 400 evidentemente anche la giuria ha visto la ricerca che c’è dietro».

E come la mettiamo con le critiche di Olivero Toscani, che ha definito il logo «di una povertà mortificante»? «Toscani è fermo al secolo scorso, un troglodita che di design non capisce nulla», ribatte Tranti.

La Fondazione Dolomiti ha quindi fissato un CDA per il 26 novembre, con lo scopo di discutere la questione.  «Tornare indietro? Faremo tutte le valutazioni del caso – annuncia Alberto Vettorello, presidente della Fondazione Unesco e assessore bellunese -, abbiamo inserito l’argomento all’ordine del giorno proprio per questo. Ma vedo difficile tornare sulle decisioni prese. C’è stato un regolare concorso per scegliere il vincitore. Anche se ripartissimo da zero, chi ci dice che poi non si scatenerebbero nuove critiche? Il dibattito rischia di non avere mai fine. Personalmente non mi dispiace il progetto scelto, penso sia un logo innovativo».

Spazio aperto alle vostre osservazioni all’interno del forum.

(fonte:  Corriere del Veneto)