Desidero intervenire in merito al dibattito attualissimo relativamente all’Ospedale di Pieve di Cadore, dibattito che considero positivo perchè dà modo di confrontarci. Inviterei tutti a ragionare partendo dall’idea reale e cioè che noi viviamo su un territorio montano, siamo cioè “alpini” e fa dispiacere sentire persone impegnate nelle istituzioni che ragionano come se abitassero nella pianura padana.
Io non augurerei mai che al consigliere regionale Toscani o al capogruppo della giovane pieve Lorenzet o a qualsiasi abitante del Cadore che una sera, dopo le ore 20, o una notte, abbia bisogno di un’esame radiologico urgente o che durante un intervento chirurgico necessiti di un esame particolare e la comunicazione telematica con Belluno sia interrotta come accade tante volte e magari il cattivo tempo non consenta il trasporto a Belluno.

Che cosa accadrà al paziente che già partito da Sappada è arrivato a Pieve e rischia la vita perchè non puo’ avere l’intervento entro i tempi stabiliti per legge e che sono i tempi salvavita? (ricordiamoci che di notte o in caso di cattivo tempo l’elicottero non vola).
Se invece lo stesso paziente abita nella pianura veneta, in particolare nell’area trevigiana o veronese, nel giro di un quarto d’ora potrebbe raggiungere cinque o sei ospedali che hanno di tutto e di più.
Allora mi viene spontanea una domanda:
“Perchè un cittadino “alpino” che abita in Cadore-Comelico-ampezzo non deve avere gli stessi diritti di sicurezza di chi abita nella pianura padana veneta?”. Questa è una prima considerazione; la seconda è la seguente: la presenza di un medico responsabile su qualsiasi servizio o reparto ospedaliero dà sempre una maggiore qualità di prestazioni.

Voglio ribadire che sono sempre stata disponibile a discutere nel merito delle cose, a un confronto aperto non sono ivece disponibile a dibattiti strumentali che hanno semplicemente lo scopo di GIUSTIFICARE UNA POLITICA REGIONALE CHE CONTINUAMENTE TAGLIA I SERVIZI ALLA MONTAGNA e non è solo un caso se i nostri paesi si stanno spopolando. Lancio un’appello: stiamo tutti uniti insieme per salvare i servizi di qualità e di efficenza e il miglioramento dei servizi sanitari che sono la prima grande sicurezza per i cittadini per questo, assieme ai colleghi sindaci, vogliamo che la nostra gente neppure per una notte possa sentirsi a rischio per la mancanza di una prestazione sanitaria che a volte, può essere fondamentale per salvare una vita. Sarebbe interessante, lo dico ai consiglieri regionali del Veneto entrare nel merito del budget della sanità in un CONFRONTO TECNICO E NON POLITICO perchè la proposta della Giunta regionale mentre stabilisce per la provincia di Belluno lo stesso budget dello scorso anno, lo aumenta del 3,5 % nel resto del Veneto. Questo significa che la provincia di Belluno da sempre virtuosa perde, rispetto al resto del territorio della pianura, 13 milioni di euro. Mi auguro che il consiglio regionale riesca a modificare quest’altra scelta che va, ancora una volta, a penalizzare la montagna.

Sindaco di Pieve di Cadore, Antonia Ciotti