(Riceviamo e pubblichiamo)

Come “giovane” geologo bellunese, abitante e amante di queste terre, sento l’esigenza di sottolineare la bellezza del potenziale raccolto in questa storia Dolomiti Unesco.

Siamo patrimonio dell’umanità per aspetti geologici e paesaggistici. Il mondo intero ci riconosce per queste cose un valore unico, e non replicabile. In particolare per la capacità che il nostro territorio ha di contenere una parte del racconto della vita del nostro pianeta, una fetta di Libro Sacro della Natura all’interno del quale leggendo, si incontrano tutti i valori necessari alla costruzione di un unicum dolomitico ben gestito, ben abitato e ben frequentato.

Ottimizzando le economie, introducendo un economia dolomitica nuova non ancora pensata, basata sulla possibilità di comunicare ed intrattenere il mondo intero con delle figate ineguagliabili. Dovremmo accettare questa sfida premunendoci di essere pastori, allevatori, agricoltori, falegnami, operai, imprenditori, operatori turistici, e chi più ne ha più ne metta, fieri di essere montanari e consapevoli del proprio ruolo educativo. Tutto andrebbe fatto con cosciente ruolo e risvolto educativo. Lasciare essere la montagna educatrice per eccellenza e per questo imparare a riascoltarla, inoltre, divenire volentieri educatori noi stessi, con le nostre competenze solo in funzione di amplificare la voce della montagna. Atteggiamento di megafono, atteggiamento di ascolto e accoglienza, atteggiamento di responsabilità, atteggiamento del fare e del progettare.

Ad esempio: i geologi miei colleghi sarebbero a mio avviso intrinsecamente chiamati a reinterpretare il loro ruolo e farsi portavoce, con le loro competenze comunicate in modo efficace, per costruire i ponti fra i popoli delle Dolomiti Unesco e il valore della geodiversità unica al mondo contenuta nelle crode dolomitiche. Noi siamo un popolo di crode, che hanno maneggiato sassi nei secoli. È dunque la croda che ci darà la soluzione.

Mi piacerebbe si discutesse dell’eventualità di lanciare una forte riflessione in provincia, ma anche con le altre province delle Dolomiti Unesco, sul concetto di geoconservazione, sulla sua importanza soprattutto nella terra giudicata patrimonio dell’umanità per motivi geologici.

La geodiversità è importante quanto la biodiversità; come spesso avviene in natura questi due ambiti sono in stretta relazione sistemica. C’è interdipendenza, c’è scambio. Animato ed inanimato si fondo e si servono a vicenda. Lanciamo un movimento per la geoconservazione e la valorizzazione della geodiversità delle Dolomiti.

Facciamolo in tanti e chiediamo l’auspicio di Unesco affinché l’anno 2011 sia l’anno internazionale della geodiversità.

Facciamoci sentire popoli delle terre alte.

Baton i coercoi. Risvegliamo la natura.

Emiliano – Dolomiti Project