(riceviamo e pubblichiamo)
Gentile Sig. Sindaco (n.d.r. – del Comune di San Vito di Cadore),
le sto scrivendo in qualità di villeggiante che da più di trent’anni, ormai, trascorre le proprie vacanze estive ed invernali nel vostro bel paese.
Ho appreso della vostra iniziativa di promuovere il Nuovo Comprensorio Sciistico Cadore-Civetta.
In queste ultime settimane ho preso visione sia della documentazione presente sul sito della Regione Veneto (relativa al Piano Neve Regionale), sia quella presente sul sito www.cadorecivetta.it.
In entrambe le relazioni si apprende che il progetto verrà realizzato in una zona paesaggistica protetta, ad altissimo valore ambientale caratterizzata, inoltre, da fenomeni di erosione e di distacchi valanghivi.
Le due relazioni, tuttavia, giungono a conclusioni diverse: la Regione propende a non intervenire, mentre gli studi da voi commissionati propongono di portare a compimento il progetto, ricorrendo ad interventi tecnici mirati per evitare le ineluttabili conseguenze che i nuovi impianti causerebbero.
A fronte di queste due valutazioni (paesaggistiche/ambientali da una parte e geologiche dall’altra), mi chiedo come si possa insistere nel portare avanti un progetto che aggredirà un’area ormai protetta a livello internazionale (mi riferisco al recente riconoscimento da parte dell’UNESCO), ma soprattutto un’area con degli equilibri idrogeologici alquanto precari.
Penso a quanto realizzato negli anni ’60 sulla frana dell’Antelao (mi riferisco all’ex villaggio ENI) e alle tragiche conseguenze che gli abitanti di Cancia hanno dovuto pagare nel luglio 2009. Mi chiedo, allora, come si possano creare ulteriori “mine” su un territorio già duramente provato da frequenti dissesti.
Cordialmente,
Francesca Barile
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