In due soli mesi inviò ad una ragazzina qualcosa come 1500 tra sms e mms. Una media di 190 messaggi alla settimana, 25 al giorno. Una situazione che per una quattordicenne cadorina era diventata insostenibile. Crisi di pianto e stati d’ansia, attestati da un certificato del medico di base che ha fatto scattare l’inchiesta per stalking nei confronti di Luigi S., un ventenne di Latina. Che, ora, è stato condannato dal giudice delle udienze preliminari ad 8 mesi di reclusione. Il giovane dovrà anche risarcire la ragazzina con 5000 euro per i danni morali, oltre al pagamento delle spese di costituzione di parte civile.

Il giudice non ha neppure riconosciuto la condizionale al giovane (incensurato). Ciò, teoricamente, significa che l’imputato dovrebbe andare dritto in galera per scontare gli 8 mesi. Ma tutto sarà rimesso in discussione nello scontato Appello che la difesa del giovane laziale presenterà, impugnando la sentenza. I fatti risalgono al periodo tra i mesi di (fine) dicembre 2009 e (i primi giorni) marzo 2010. Il ventenne di Latina, in quel periodo, si trova in Cadore per motivi di lavoro. La sera di un fine settimana, i due si conoscono in un locale del paese. Fanno amicizia o almeno così ritiene lui. Che si infatua della giovane e si spinge oltre fino a chiederle il numero di cellulare. La ragazzina non glielo dà ma lui riesce comunque ad ottenerlo da amici in comune. È l’inizio dell’inferno. La minorenne continua a ricevere sms e mms a tutte le ore del giorno e della notte. In gran parte a sfondo sessuale. Ma molti, anche, con tono minaccioso. Le poche volte che s’incrociano in paese, lui le fa scenate di gelosia per un amore mai corrisposto. La ragazzina diventa ogni giorno più triste, ha frequenti crisi di pianto. Finché non si confida coi genitori preoccupati per la sua salute. Scatta così la denuncia per stalking nei confronti del ventenne.

I carabinieri della compagnia di Cortina acquisiscono i tabulati telefonici. E nemmeno loro, abituati a tutto, credono ai loro occhi quando vedono il traffico telefonico in uscita dal cellulare dell’indagato ed in entrata in quello della parte offesa. Tutte prove finite in aula, dal giudice delle udienze preliminari, che ha condannato l’imputato, riconoscendo un congruo risarcimento danni alla giovane, costituitasi parte civile con l’avvocato Francesco Rasera Berna.

Lo stalking sta diventando, al pari delle violenze sessuali e dei maltrattamenti in famiglia, uno dei reati più diffusi in provincia di Belluno. Si tratta di un reato che punisce chiunque minacci o compia atti persecutori nei confronti di qualcuno. La legge stabilisce che nei confronti del molestatore si possa disporre l’allontanamento fino ad un anno dalla casa o dal luogo di lavoro della vittima o anche, ad esempio, dalla scuola dei figli. In sostanza la norma prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni.

di Marco Filippi

(fonte: Corriere delle Alpi)