Un anno e sette mesi di reclusione (pena sospesa) per truffa al sistema sanitario nazionale. È la pena patteggiata dal dottor Mario Finco, il titolare della farmacia di Lozzo di Cadore, finito nel mirino dei carabinieri del Nas di Treviso, nel luglio dell’anno scorso, durante un blitz che ebbe lo scopo di effettuare un accurato controllo di farmaci e libri contabili.
Oltre a riscontrare diverse irregolarità amministrative, che a febbraio 2010 portarono alla momentanea chiusura dell’esercizio pubblico, i militari del Nas, nel luglio successivo, scoprirono anche una truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Secondo l’accusa, il farmacista avrebbe indebitamente utilizzato i codici a barre dei medicinali che permettono ai pazienti l’esenzione dal pagamento del farmaco, in modo da essere poi rimborsato dal sistema sanitario nazionale.
Una truffa che, secondo la procura della Repubblica di Belluno, avrebbe fruttato al professionista un indebito vantaggio quantificato in 10.000 euro. «La vicenda – spiega l’avvocato Giuseppe Padovan, il legale del professionista cadorino – s’è sostanzialmente ridimensionata in un ambito prettamente amministrativo. Il mio cliente ha scelto di patteggiare per chiudere definitivamente la vicenda penale ed evitare il clamore che avrebbe suscitato un eventuale processo».
Il caso della farmacia di Lozzo salì alla ribalta della cronaca in due diverse riprese nel corso del 2010 (a febbraio e luglio), arrecando, nei giorni di “forzata” chiusura, parecchi disguidi per i pazienti, soprattutto anziani, tanto da costringere l’amministrazione comunale del paese ad istituire un servizio navetta che portasse i cittadini bisognosi nelle farmacie limitrofe di Domegge e Vigo di Cadore.
A febbraio 2010, un anno fa, i carabinieri del Nas chiusero la farmacia per alcune irregolarità amministrative riscontrate durante un controllo. In particolare nella tenuta dei registri, nel fatto che alcuni medicinali erano scaduti e altri, obbligatori, mancavano o non erano stati registrati in modo appropriato. Il fatto costò al professionista la chiusura del suo esercizio per una settimana. Poi, a luglio, il nuovo blitz con la successiva contestazione penale di truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Una truffa consistita nel farsi indebitamente rimborsare i farmaci per i quali era prevista l’esenzione. I militari del Nas hanno quantificato nella cifra di circa 10.000 euro l’indebito vantaggio del farmacista. Ora la vicenda penale è definitivamente chiusa con il patteggiamento ad un anno e sette mesi di reclusione.
fonte: Il Corriere delle Alpi