Le Regole di San Vito dicono “no” al collegamento sciistico tra San Vito e il Civetta. Non un plebiscito ma una contrarietà da parte della maggioranza dei presenti. Il no è arrivato dalla Regola Generale con 122 voti contrari, 117 favorevoli, otto astenuti. Prima dell’assemblea generale, si era riunita l’assemblea della Regola di Resinego, Vallesella e Serdes. Dei 220 aventi diritto erano presenti in 136 e in 34 rappresentati per delega. In 99 hanno detto “sì” alla disponibilità dei terreni da concedere per proseguire con l’iter che voleva collegare sciisticamente la Valle del Boite alla Val Fiorentina. In 74 hanno detto “no”, 8 si sono astenuti. La maggioranza era quindi favorevole, ma non si è raggiunto il quorum necessario. Lo statuto regoliero prevede che una mozione passi se votano i ¾ dei presenti. Sarebbe quindi passata se avessero detto “sì” in 136. Di seguito si è riunita la Regola Generale che comprende 302 regolieri, sia quelli di Chiapuzza e Costa che quelli di Resinego, Vallesella e Serdes. Nella Regola Generale ha invece prevalso la contrarietà. I regolieri presenti erano 194 e 51 per delega. In 117 hanno votato “sì”, in 122 invece hanno detto “no”; 8 si sono astenuti.

Divisi anche i presidenti delle Regole. Corrado Belli Codan, presidente della Regola Generale, ha votato “no”, come il presidente della regola di Chiapuzza e Costa Marco Pordon de Masariè, mentre il presidente della Regola di Resinego, Vallesella e Serdes, Gianluigi De Sandre ha detto “sì”. Prima del voto si è dato spazio al dibattito. Renato Belli ha chiesto chiarimenti sul voto. La richiesta della cessione dei terreni da parte dell’Amministrazione comunale era infatti stata presentata come una richiesta preventiva e i regolieri volevano capire come sarebbe proseguito l’iter, se cioè avrebbero avuto modo di bloccare la cosa in seguito. Il presidente Belli Codan ha spiegato che «nel dubbio la Regola si era affidata ad un legale». Se le Regole avessero concesso al disponibilità dei terreni ci sarebbe poi dovuto essere un altro passaggio in assemblea per il cambio di destinazione da agro-silvo-pastorale a sciistico, e poi almeno un altro passaggio per valutare l’iter inerente i punti ristoro. Si sarebbe poi dovuto trovare l’accordo per le aree compensativi e per la gestione delle opere inerenti lo sfruttamento di forme rinnovabili di energia. Insomma l’iter era lungo, come ha sottolineato il sindaco Andrea Fiori nel suo intervento, il voto dell’assemblea era un primo passo che i regolieri non hanno voluto fare. Per nome, ad uno ad uno, i regolieri sono stati chiamati a votare e i “no” nella Regola Generale hanno prevalso.

A niente è servito l’invito del sindaco a percorrere la strada. «Questo studio di fattibilità», aveva detto prima della votazione, «è una lunga e ripida scalinata. Questo è solo il primo scalino, è un peccato chiudersi la strada». Invece la strada se la sono voluta chiudere, come già avevano fatto i regolieri di Chiapuzza e Costa che i primi di aprile, in maniera plebiscitaria, avevano detto “no”. Il tema economico, la sostenibilità dell’impianto, l’impatto ambientale, l’incertezza sui terreni compensativi sono i temi che hanno fatto propendere i regolieri per il “no”. I favorevoli invece vedevano un futuro, soprattutto lavorativo per i giovani, un rilancio per il paese, per il settore turistico, una via concreta per impedire il declino del paese.

(fonte: Il Corriere delle Alpi)

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