Il corteo a Venezia – Il Bellunese si mobilita con forza per difendere la propria sanità locale. Di prima mattina, ben dodici pullman sono partiti da Belluno, Cortina, Cadore, Comelico, Agordino e dal Feltrino alla volta della Laguna veneta.
Alla testa del corteo palloncini bianchi, forconi, e cartelli che inneggiano alle pari opportunità di accesso alla sanità in montagna e in pianura. Tutti in gruppi con cappelli che specificano la loro provenienza.
A palazzo Ferro Fini una delegazione incontra il presidente del consiglio regionale Luca Zaia e il presidente della quinta commissione Leonardo Padrin e i consiglieri regionali Dario Bond, Matteo Toscani, Sergio Reolon.
Ai politici in Regione, i rappresentanti del corteo presentano il documento redatto dai comitati con le osservazioni al piano socio-sanitario che vanno nella direzione di garantire alla montagna risorse adeguate e una organizzazione che tenaga conto della specificità e pecularietà dell’area.
Il sindaco Vaccari sulla sanità – “Abbiamo appreso con sorpresa e stupore – ha scritto in queste ore in una nota il senatore Gianvittore Vaccari (sindaco di Feltre e presidente Conferenza Sindaci Ulss 2) – in qualità della delibera del Comune di Belluno per le parti che riguardano la nostra Ulss e le nostre strutture; riteniamo questo un atteggiamento politico ed istituzionale di non rispetto ed arrogante.
Non vengono rispettate altre istituzioni di pari dignità (ulss 2) intervenendo in gestioni altrue e che non competono, arrogante perchè si pensa quale capoluogo di essere tenutario e di poter decidere su tutto il territorio provinciale.
Fatto ancora più grave se si tiene in considerazione il lavoro paritario messo in atto dai due esecutivi delle Ulss, brutto vizio questo già visto e messo in atto in passato anche recente. Per fortuna sia ha avuto il pudore di non parlare almeno espressamente di unificazione ed improvvida è la presa di posizione sull’argomento di un medico in pensione.
Si potrebbe ritenere che forse Belluno piuttosto che decidere per gli altri dovrebbe valutare gli scandali sanitari che stanno portando alla cronaca nazionale una mala sanità bellunese, come pure affrontare il deficit di bilancio della propria ulss. Noi non vogliamo però giudicare o affrontare – conclude Vaccari – questi argomenti perhè a noi estranei”.
Toscani (Lega) sulla sanità bellunese – “Il San Martino di Belluno dovrà necessariamente essere l’ospedale di riferimento dell’intera provincia, con un ruolo forte, al pari delle strutture degli altri capoluoghi veneti. Non potrà essere un ospedale di rete, perché questo comporterebbe un’inaccettabile subalternità rispetto al nosocomio di Treviso. Il che non è nemmeno immaginabile, visto l’inalienabile diritto dei bellunesi a una sanità di qualità”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Matteo Toscani interviene, con una nota, alla vigilia della manifestazione a Venezia dei comitati bellunesi”.
“Difficilmente potrò essere presente all’incontro per motivi di salute – prosegue – avrò, comunque, modo di esprimere le mie idee sulla sanità bellunese nelle sedi opportune”. “Non sono interessato – prosegue – a schierarmi aprioristicamente con quei comitati che vogliono erigersi a unici paladini della sanità bellunese e a rappresentanti esclusivi del territorio e delle sue problematiche. Sono convinto che il futuro del sistema socio-sanitario della nostra provincia sarà deciso non dagli striscioni, dalle manifestazioni di protesta o da chi la spara più grossa sulla stampa, bensì da un serio e attento lavoro in commissione, con il governatore Luca Zaia e con l’assessore Luca Coletto”.
“Ribadisco – prosegue Matteo Toscani – che il piano è soltanto una prima bozza sulla quale ragionare, bozza che peraltro è già stata migliorata d’ufficio, grazie a modifiche che riguardano proprio la montagna bellunese. Anche i parametri inseriti sono del tutto indicativi. Il numero delle Ulss è un tema che rischia di produrre solo divisioni e contrapposizioni campanilistiche, facendo perdere di vista il vero obiettivo da perseguire in modo unitario: garantire al territorio bellunese un ospedale all’avanguardia. Diversamente, il rischio che i nostri concittadini siano costretti a curarsi in altre strutture venete sarebbe reale. Non per colpa della Regione, ma a causa delle divisioni, delle polemiche strumentali e delle scelte sbagliate degli stessi bellunesi”.
di Cristian Zurlo
Fonte: LaVoceDelNordEst.it