«Bim GSP non paga l’acqua minerale». Con una lettera del 24 agosto scorso, che ha per oggetto “restituzione fattura n. 00349/00 del 06/08/2012”, e che reca in calce la firma del presidente Mario Leonardi, il Bim restituisce infatti al mittente la fattura della ditta Zambelli di Casada e la invita a rivolgersi, per il pagamento, al Comune di Santo Stefano.
Ma di cosa si tratta? L’acquedotto di Campolongo versa ormai da mesi in condizioni assai critiche e l’acqua che esce dai rubinetti presenta sovente un elevato grado di torbidità, soprattutto in caso di forti e prolungate precipitazioni.
Questo a causa delle infiltrazioni nelle prese d’acqua, ma anche di alcuni lavori che sono stati effettuati (e che attualmente sono bloccati) sul Frison e che hanno provocato un innalzamento del letto del torrente. Le polemiche a questo proposito hanno attraversato tutta l’estate fino a quando si è giunti, a fine luglio, ad un provvedimento di chiusura temporanea dell’acquedotto, che il sindaco Alessandra Buzzo emise per ragioni di salute pubblica, dopo che la Usl aveva dichiarato l’acqua non potabile.
Il Bim allora intervenne con un’autobotte, alla quale i paesani ed i turisti potevano andare ad approvvigionarsi.
Ma un sabato sera, ed eravamo al 28 luglio, all’improvviso l’autobotte sparì; era stata dirottata ad Arsiè dove, secondo il Bim, la situazione era ancora più critica. Che fare? Il vice sindaco di Santo Stefano, Paolo Tonon, corse subito ai ripari ordinando 2.000 litri di acqua minerale, soprattutto per venire incontro alle esigenze della popolazione più anziana, e provvide lui stesso alla distribuzione, il giorno dopo, domenica, dopo la messa delle 9.30, insieme al vice presidente della Regola di Campolongo, Lorenzo Coluzzi. Non ci fu tempo, ovviamente, né per fare un bando, né tantomeno per andare a fare una verifica (quando, nottetempo?) nell’albo dei fornitori del Bim.
E dunque il Bim scrive testualmente alla ditta Zambelli: «restituiamo in allegato il documento con invito ad intestarlo al Comune di Santo Stefano, committente della fornitura. Segnaliamo, infatti, che la nostra società seleziona i fornitori secondo procedure ad evidenza pubblica: ne consegue, pertanto, l’impossibilità a ricevere, ed anche a liquidare, una fornitura priva dei necessari requisiti di verifica preventiva. (…) Cordiali saluti».
La cosa ovviamente non poteva passare… in cavalleria. Ed ecco allora la replica del Comune di Santo Stefano, che non arretra di un passo dalla sua posizione. Nella nota si legge infatti che «in una situazione di assoluta emergenza e contingenza, vista la minaccia per la salute dei cittadini, nel primo pomeriggio di sabato 28 luglio, l’autocisterna di BIM GSP che forniva acqua al paese veniva trasferita senza alcun preavviso ad altra località, lasciando così una comunità di 1000 abitanti, in piena stagione turistica, vergognosamente scoperta di approvvigionamento idrico. Del fatto, questa Amministrazione fu informata dal signor Bortot di BIM GSP solo verso le 18».
Il sindaco Alessandra Buzzo ed il vicesindaco sentirono alcuni Comuni limitrofi, i vigili del fuoco e la prefettura.
«Erano passate le 20 che una telefonata della dottoressa Milan della Prefettura di Belluno ci invitava a provvedere alle esigenze della popolazione facendo ricorso all’acqua in bottiglia». Così la mattina dopo (domenica) la ditta Zambelli fornì l’acqua. «Si ritiene che, date le condizioni sopra illustrate, nessun rilievo», conclude la lettera del sindaco, «possa essere mosso sul pagamento ed in particolare sulla scelta del contraente». In attesa di una soluzione, il carteggio è disponibile sul sito del Comune di Santo Stefano, nella homepage alla voce “Situazione acqua a Campolongo”. Motivo del contendere una fattura di euro 1.470, iva compresa.
di Stefano Vietina
Fonte: Corriere delle Alpi