Sono tre le funzioni che i nove municipi dell’attuale Cm Centro Cadore unificheranno per adempiere alla normativa prevista dalla legge che unifica di fatto i Comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti: protezione civile, edilizia scolastica e servizi sociali.

Entro il 31 dicembre è previsto questo primo passo, mentre entro il 31 dicembre 2013 ne è previsto un secondo ancora più importante. Per il Centro Cadore, il fatto di trovarsi insieme in questa prima forma di unione dei Comuni è un fatto epocale.

«La scelta di Pieve», spiega il sindaco Maria Antonia Ciotti, «è ben precisa: è dettata dalla consapevolezza che l’unione fa la forza. Tutto ciò è ancora più valido in momenti come questi, con i bilanci sempre in crisi. Abbiamo scelto di partecipare all’unione e siamo convinti di aver fatto una scelta vincente. I nostri cittadini chiedono servizi sempre più efficienti. E ciò si può fare solo unendo le migliori professionalità e capacità. Lo scopo dell’unione è di dare maggiori velocità alle risposte da fornire ai cittadini, cercando l’ottimizzazione dei costi. Per questo la necessità di unificare i servizi non viene solo dalla politica, ma dagli stessi cittadini. L’unione potrebbe portare anche una migliore gestione dei servizi sociali, arrivando a una maggiore giustizia sociale».

Sulle modalità da seguire per l’unificazione dei servizi, c’è da segnalare l’intervento fatto in Magnifica del professore Massimo Balducci, docente dell’Università di Firenze.

«Per poter aver successo nell’unificazione dei servizi forniti dai Comuni», ha affermato, «è necessario iniziare dai “servizi invisibili”, ovvero da quelli che i cittadini non percepiscono: gestione del personale e dei bilanci. Se s’inizia con quelli che sono percepibili dalla popolazione, c’è il rischio di avere problemi e dover ritornare indietro; senza una razionalizzazione del trattamento dei dipendenti, tutto diventa difficile».

di Vittore Doro

Fonte: Corrierealpi.gelocal.it