«Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.»: così sostiene Voltaire e così sostengono in molti.
Il gran varietà laico delle elezioni mi lascia impressionato perchè annoia, è viziato dalle solite piccole logiche di potere e sembra essere già minato dal bisogno di collocare poltrone.
In pratica si lavora poco, per dirla alla Voltaire.
Come nell’assalto alla diligenza, il postale che va a Roma subisce l’agguato degli Apaches che vogliono rubare l’oro al vetturino.
Ultima occasione per il bottino, venghino venghino sior siori.
Non me ne voglia nessuno dei candidati o dei rispettabilissimi signori che parteciperanno, su fronti opposti, alle prossime consultazioni politiche, ma vorrei capire perchè l’alchimia mefitica dei partiti abbia prodotto a tempo di record le posizioni e le composizioni delle liste e stenti invece a spiegare ai cittadini i programmi e le piattaforme.
Prima i nomi e tutto il resto si vedrà.
Già, peccato però che la politica si faccia con le proposte serie.Il territorio ne ha bisogno e più che mai è necessario per l’intera regione alpina.
La guerra di trincea coi sacchi di sabbia è finita da tempo e la patria che si serve di te anche per fare la guardia ad una latta di benzina è retorica stantia.
Preferisco il calendario di Frate Indovino all’agenda dei partiti: sul lunario del buon fratacchione perlomeno troviamo date di semina e consigli utili per il raccolto, mentre sui programmi dei partiti ci sono solo vaghi impegni spiegati poco (e male).
Il fatto che questo non sia il migliore dei mondi possibili non autorizza la politica ad assumersi la responsabilità di renderlo il peggiore.
Contare sulla memoria corta degli elettori o sul fatto che tanto ci faremo andar bene, come sempre, quello che passa il convento, è un atteggiamento colpevole che non risponde a questioni ben precise come disoccupazione, politiche di sviluppo, ambiente ed energie rinnovabili.
La rendita di posizione non è un lavoro, Roma è lontana, mentre i problemi, ahinoi!, sono vicinissimi.
Quando i cadorini andranno a votare, nel dubbio, dovranno prima consultare l’almanacco del frate con la barba ?
Massimiliano Garavini