Tutti compatti i sindaci del Cadore e del Comelico sull’ospedale di Pieve: deve essere garantita dalla Usl1 la sicurezza del punto nascite. La montagna non deve perdere anche il diritto alla salute. Lo hanno ribadito ieri in una riunione in sala consiliare a Pieve, dove erano rappresentati quasi tutti i Comuni. E lo ribadiranno anche il 5 maggio, in una manifestazione che bloccherà simbolicamente il ponte Cadore, dalle 14 alle 17, ad indicare la frattura fra montagna e pianura, fra Cadore e Belluno, fra montagna e Regione Veneto, che rischia di diventare insanabile. «Siamo tutti d’accordo che la sicurezza è un’assoluta priorità», spiegava ieri Alessandra Buzzo, che nell’occasione ha anche distribuito ai colleghi i manifesti che ha fatto preparare dal suo Comune, «d’altra parte sono proprio gli stessi tecnici che ci dicono che l’ospedale di Pieve è carente in fatto di sicurezza a dover provvedere, perché noi non ci rassegnamo certo a perdere un servizio fondamentale, di tutela non solo della salute, ma anche di garanzia per la sopravvivenza della montagna.

Se chiudono anche questo servizio ospedaliero danno un colpo di grazia agli sforzi che tutti stiamo facendo per far vivere la nostra montagna, per scongiurare il rischio che i giovani gettino la spugna e vadano via». In pratica, i semplici numeri condannano la montagna, poiché certi servizi non raggiungeranno mai le quote richieste; d’altra parte, se con questa logica si chiudono servizi fondamentali, saranno sempre di più coloro che lasceranno la montagna ed i numeri non potranno che diminuire ancora.

«Siamo molto preoccupati», proseguiva Daniele Zandonella, assessore alla Salute di Comelico Superiore,«perché se chiude Pieve e, come sembra, anche il punto nascite di San Candido, una ragazza incinta di Comelico Superiore dovrà mettere in conto almeno un’ora e mezzo di viaggio per l’ospedale più vicino, sia Belluno, Feltre o Bolzano. E questo è inconcepibile. Siamo anche stufi di doverci incontrare, fra sindaci ed assessori, soltanto per scongiurare ulteriori tagli; l’ospedale di Pieve costa alla Regione 18 milioni su una spesa sanitaria totale della Regione di oltre 6 miliardi. Un’inezia a guardare bene. Possibile che si debba tagliare proprio partendo dalla montagna?» «E’ stato un incontro molto importante a partecipato», conclude Maria Antonia Ciotti, «e tutti abbiamo concordato, con l’appoggio anche della Magnifica, su due punti: pieno sostegno alla manifestazione del 5 maggio sul ponte Cadore e lettera immediata, che partirà domani mattina (oggi,ndr) al direttore generale Usl1, Faronato, per chiedere una cosa semplice, con risposta immediata: cosa sta facendo di concreto per mettere in sicurezza il punto nascite di Pieve?»

di Stefano Vietina – fonte: Corriere delle Alpi

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