Dal 29 giugno al 6 ottobre un’esposizione a Pieve di Cadore (palazzo Cosmo) svela per la prima volta, attraverso un percorso di grande fascino, tutti i segreti di quella che è considerata una testimonianza cruciale della primissima attività pittorica di Tiziano: il Vescovo Jacopo Pesaro e il Papa Alessandro VI davanti a San Pietro; lo straordinario dipinto proviene dal Museo Reale di Belle Arti di Anversa e viene presentato in un contesto storico-artistico assieme ad altri dipinti, disegni ed opere concessi da prestigiosi Musei.

La città natale di Tiziano rende dunque omaggio al suo concittadino più celebre attraverso una mostra-dossier che farà nuova e sorprendente luce su una delle più suggestive opere del pittore cadorino.
S’invita tutti a cogliere l’occasione della mostra anche per visitare le meraviglie del Cadore e delle Dolomiti attraverso un itinerario tra cultura, enogastronomia e paesaggi mozzafiato!

Palazzo CosMo: via Arsenale 15 – 32044 – Pieve di Cadore (Belluno)
La sede è accessibile ai disabili. Nella sede espositiva non è consentito l’ingresso di animali, anche se piccoli, non è consentito consumare alimenti o bevande, non è consentito filmare o fotografare.
La sede è dotata di guardaroba e ospita un fornito book-shop.
Apertura: La mostra è aperta dal giorno 29 giugno 2013 al giorno 6 ottobre 2013
Orario: L’orario di apertura è dalle h 10.00 alle h. 19.00 (chiusura biglietteria ore 18:30)
Biglietti mostra: Intero: € 8,00 | Ridotto: € 6,00

Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore – Piazza Tiziano, 29 – Pieve di Cadore (BL)
tel: +39 0435 501674 – email: centrostudi@tizianovecellio.it
orario uffici: LUN-GIO 15:00-18:00 | VEN 15:00-18:30

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APPROFONDIMENTI

Autoritratto_Madrid_PradoMostre: Belluno, ‘Tiziano, Venezia e il Papa Borgia’ a Pieve di Cadore
Roma, 16 mag. (Adnkronos) – Palazzo Cosmo di Pieve di Cadore (Belluno), dal 29 giugno al 6 ottobre prossimi, ospitera’ la mostra ‘Tiziano, Venezia e il Papa Borgia’. Un allestimento incentrato su un’opera chiave degli inizi della carriere di Tiziano Vecellio, nativo appunto di Pieve di Cadore, ‘Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro’, conservata al Museum voor Schone Kunsten di Anversa. Un’opera che ora si conosce meglio, grazie alla recente pulitura e alle preliminari indagini e che, dopo tanti tentativi compiuti negli anni passati, e’ prestata in Italia per la prima volta solo in occasione degli eventi tizianeschi di questa stagione.
Ogni capolavoro di Tiziano e’ un caso a se’, ha una sua storia, dei suoi riferimenti iconografici, degli obiettivi programmatici; condensa memorie, esplora nuove vie, rivela maturazioni e pensieri in divenire, manifesta gusti, tendenze, volonta’ ma anche relazioni, incontri, dinamiche politiche e commerciali. E’ il segno di un’epoca e del percorso artistico intrapreso. La tela commissionata da Jacopo Pesaro al giovane Vecellio non e’ da meno e la mostra offre l’occasione, attraverso una decina di opere di puntuale riferimento e di confronto (dipinti, disegni e silografie, gemme e armature, documenti preziosi ) non solo di riconsiderare lo stile e la datazione del quadro di Anversa, oggetto spesso di travisamenti e di svariate ipotesi, ma anche di esaminare piu’ da vicino gli avvenimenti che ne circondarono la commissione.
L’opera in passato era stata considerata addirittura come la piu’ antica realizzata da Tiziano e si era anche ipotizzato che il quadro fosse stato dipinto in diverse fasi o, magari, iniziato da Bellini e ultimato da Tiziano, considerata la presunta discrepanza qualitativa tra la figura di San Pietro e quella degli altri due personaggi, gli esami eseguiti hanno dimostrato che la tela e’ stata prodotta in un’unica soluzione ed e’ paragonabile, sotto il profilo tecnico e dei materiali, alle opere di Tiziano del 1510 – 1514 circa: eseguita su una fitta tela ad armatura semplice, con il supporto coperto da un sottile strato di gesso sul quale Tiziano ha abbozzato la composizione con il carboncino.

 

Tiziano Venezia Papa Borgia particolariPercorso attorno a un capolavoro (clicca sull’immagine a lato per aprirla)
Più che una mostra il reportage di un’indagine, un’esplorazione approfondita nei processi creativi che stanno “dietro” e “dentro” il dipinto conservato al Museum voor Schone Kunsten di Anversa, un capolavoro, in cui Tiziano dipinge “Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro”. Un’opera che dopo i restauri e i conseguenti studi si conosce meglio e che – dopo i ripetuti tentativi compiuti negli anni passati – è prestata in Italia per la prima volta in occasione degli eventi tizianeschi di questa stagione. La mostra offre l’occasione, attraverso una decina di opere di riferimento e di confronto – dipinti, disegni e silografie, gemme e armature, documenti – di riconsiderare lo stile e la datazione del quadro, oggetto spesso di travisamenti e di svariate ipotesi. la tela commissionata da Jacopo Pesaro al giovane Vecellio. In passato si credeva fosse la più antica realizzata da Tiziano e si era anche ipotizzato fosse stata dipinta in diverse fasi o, magari, iniziata da Bellini e ultimata da Tiziano. Gli esami eseguiti hanno dimostrato che l’opera è stata prodotta in un’unica soluzione ed è paragonabile, sotto il profilo tecnico e dei materiali, alle opere di Tiziano del 1510 – 1514 circa. Fu eseguita su una fitta tela ad armatura semplice, con il supporto coperto da un sottile strato di gesso sul quale Tiziano ha abbozzato la composizione con il carboncino.

Jacopo Pesaro commissiona a Tiziano l’opera per celebrare e ricordare la sua “vana” vittoria sui Turchi a capo delle galere pontificie, avvenuta nel 1502 con la conquista dell’isola di San Maura. Probabilmente lo decide alcuni anni dopo l’evento. In maniera geniale, Tiziano fonde immagini della tradizione veneziana tratte dalla monete e dai teleri votivi con lo scopo di proiettare Jacopo in un ruolo al di sopra della sua effettiva posizione nella società veneziana, in breve realizza una sorta di ex voto dove la dicotomia visiva tra la rigidità arcaica del Santo e l’atteggiamento più naturalistico di Jacopo e del papa serve a fondere una sequenza narrativa – la benedizione dello stendardo militare dei Pesaro – con la tradizionale iconografia devozionale. Qui non si commemora la vittoria ma la benedizione, messa in risalto dal drappo d’onore che esalta il rosso vivo della tunica di San Pietro. Gli storici pensano che la tela di Anversa fosse un oggetto squisitamente privato collocato nel palazzo di famiglia. Il primo documento che lo cita è un rapido schizzo nel “Taccuino italiano” di Antony van Dyck che nel 1622 aveva trascorso due mesi a Venezia per vedere anche “cose di Tiziano”. Tra i luoghi visitati dall’artista figura l’abitazione di Daniel Nys un collezionista e mercante fiammingo che potrebbe aver trattato la vendita del quadro a Carlo I d’Inghilterra non molto tempo dopo. Non si conoscono i motivi della vendita, in ogni modo nel 1639 la tela risultava appesa nelle stanze private del re d’Inghilterra nel palazzo di Whitehall. Dopo la decapitazione del sovrano nel 1649, le proprietà personali furono vendute per saldarne i debiti colossali. Messo all’asta a Somerset House, c’è chi ritiene che il dipinto di Tiziano sia stato acquistato dal capo vetraio delle residenze del sovrano, quindi entrato nelle collezioni del duca di Medina di Risecco e ammiraglio di Castiglia. Verrà acquistato a Parigi da Guglielmo I d’Olanda e donato nel 1823 al Museo d’Anversa. (fonte: daringtodo.com)