«Il rilancio dell’edilizia non passerà attraverso il deturpamento della natura». È il monito agli industriali lanciato dal sindaco di San Vito di Cadore, Andrea Fiori, impegnato da tempo, assieme ai colleghi di Cortina, Borca e Vodo, nella battaglia contro le centraline idroelettriche sul Boite.
«Bisogna uscire dalla demagogia della strenua tutela del paesaggio e dare linfa a un’economia provinciale ormai in ginocchio», aveva detto il presidente di Confindustria, Cappellaro. Parole che hanno irritato,e non poco, Fiori e i colleghi: «Il fatto che le amministrazioni della valle del Boite, con le rispettive Regole, si oppongano alle maxi centraline, non è una questione di demagogia. Questa è una presa di posizione per tutelare la comunità e l’ambiente in cui viviamo. Sul torrente Boite continuano ad arrivare progetti di centraline idroelettriche, che ridurrebbero il fiume a un rigagnolo. Ci sono cordate di imprenditori che hanno come unico interesse quello di far soldi e senza ritegno: pensano di venire su un patrimonio Unesco a dettar legge, lasciando le comunità e il loro fiume senza acqua. Il tutto senza coinvolgere le Regole, proprietarie dei terreni e le amministrazioni locali».
Fiori invita Cappellaro a consultare i progetti, «perché, da come si è espresso, credo proprio non li abbia visti. Qui vorrebbero costruire gallerie e strade, restituendo un fiume vuoto, perché tutta la sua acqua diverrebbe energia. Un fiume come il Boite, che dà il nome a tutta la vallata, non può rimanere senza acqua».
Natura-edilizia: no allo scambio. «Se far ripartire l’edilizia», continua Fiori, «significa regalare il Boite agli industriali, noi non ci stiamo. Ci sono tante case da restaurare, tanti appartamenti invenduti perché si è costruito troppo, quindi ritengo che i problemi degli industriali vadano cercati nel passato e che si possano risolvere diversamente, senza devastare i territori. Noi non siamo contrari alle centraline, le Regole di San Vito hanno presentato un progetto per realizzarne una a misura della comunità, i cui proventi saranno investiti nel territorio. Ma non si può chiedere a chi amministra, neanche per un milione di euro, di lasciare che un fiume venga prosciugato per far guadagnare le cordate di industriali che poi investiranno i proventi altrove. E ci sono enti regionali neutri come l’Arpav che ci danno ragione sul fatto che queste centraline sarebbero devastanti per il territorio».
Comuni uniti. Le società vogliono costruire centraline non solo a San Vito, Borca o Vodo, ma anche a Cortina, cioè in tutta la valle del Boite: «Noi abbiamo un fronte comune e siamo uniti nel ritenere che le centraline debbano essere realizzate dalle Regole o dalle amministrazioni comunali. Non riusciranno a scalfire il nostro fronte. Dovranno venire con i bazooka se vorranno costruire una centralina e ci troveranno lì ad aspettarli. E che non pensino che, con la scusa della crisi e della necessità di un rilancio dell’economia, potremmo mai accettare queste porcate». «Domani sera», conclude Fiori, «ci incontreremo nuovamente tutti, amministratori comunali e delle Regole di tutta la valle del Boite, per appoggiare Cortina contro i progetti presentati per realizzare centraline sul loro territorio.
Siamo uniti e ci stiamo muovendo anche per vie legali. Le dichiarazioni del presidente degli industriali creano solo false aspettative e il fatto che citi Bolzano come territorio ricco di centraline ne è l’esempio: a Bolzano non mi risulta che nessun fiume sia stato prosciugato cosa che qui invece vorrebbero fare».
Corsa contro il tempo. Quattro società vogliono realizzare una centralina idroelettrica sul Boite, in territorio di Cortina. La prima domanda è arrivata nel luglio 2011 dalla Pro Iter Progetto Infrastrutture Territorio srl di Milano e prevede un impianto di derivazione di acqua dal Boite a 1.139 metri di altitudine, con un salto di 34 metri e la captazione massima di undici mila litri al secondo (e media di 4.579) per ottenere una potenza media della centralina di 1.534,64 chilowatt. Entro i 30 giorni dalla pubblicazione sul Bur della domanda della Pro Iter sono pervenute le altre tre richieste. Il 24 novembre 2011 ha presentato il progetto la Hydrocad srl di Vicenza; il 25 novembre la Idroelettrica Alpina srl di Belluno; la quarta e ultima richiesta pervenuta è quella di Derivazioni srl di Ospitale di Cadore. È stata poi accertata l’ammissibilità delle quattro domande e ora c’è tempo sino al 2 maggio per visionare i progetti e per presentare osservazioni o opposizioni in Provincia alle richieste delle quattro società.
di Alessandra Segafreddo
Fonte: Corrierealpi.gelocal.it