L’elicottero del Suem 118 di Pieve di Cadore continuerà a volare come prima e non sarà tagliato nemmeno un minuto. Non è un auspicio, è una decisione che ho già preso”.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha voluto tranquillizzare i sindaci del bellunese, abitanti e volontari del soccorso alpino, preoccupati per l’annunciata diminuzione delle ore di volo del velivolo di soccorso basato a Pieve di Cadore, motivata dall’obiettivo di ottenere un risparmio di 140 mila euro, portando da due a uno gli equipaggi assegnati, con conseguente diminuzione delle ore di volo giornaliere.

“Non se ne parla nemmeno – ha aggiunto Zaia rivolto ai giornalisti presenti al punto stampa odierno – si torna allo status quo ante da subito”.

“Capisco e condivido la necessità da parte delle Ullss di ottimizzare al massimo le loro spese in un momento così difficile per i conti della sanità – ha detto ancora Zaia – ma in questo caso c’è evidentemente stato un eccesso di zelo. In un territorio così delicato come quello montano – ha concluso il presidente – l’elisoccorso è un vero e proprio insostituibile servizio salvavita, un elemento di serenità e tranquillità per le popolazioni e per i turisti, un’entità che è nel cuore della gente, per le tante missioni ardite e per i caduti che in un recente passato ha dovuto patire”.

“Si desidera ringraziare la Regione Veneto per la determinazione con la quale è stata effettuata la scelta di proseguire nell’ambito del servizio di elisoccorso con il tempo prolungato, offrendo così uno spettro temporale operativo dalla mattina molto presto alla sera tardi (06.00-21.30)”.

Lo afferma in una nota Fabio Bristot (Rufus), delegato del Soccorso alpino delle Dolomiti bellunesi.

“Le parole, nette, del Presidente Zaia – prosegue Bristot – e di quanti in queste ore hanno lavorato per consolidare questa esperienza – vorrei citare Matteo Toscani senza problemi e patemi per altri che magari hanno remato nella stessa identica direzione – stanno ad indicare che il problema, posto certamente in modo deciso dal CNSAS, è stato colto e portato a soluzione.

Il documento presentato dal Soccorso Alpino “Dolomiti Bellunesi” oggetto in questi giorni di accalorate, pubbliche discussioni, altro non era che la ferma volontà di mantenere un servizio in-dis-pen-sa-bi-le per la nostra realtà montana. Quindi, nessuna ricerca di gratuita pubblicità (non ne abbiamo bisogno per fortuna…) o azioni preventive, ma il bisogno di garantire parametri di quantità e qualità nei complessivi servizi erogati alla montagna dal servizio sanitario regionale.

La maturità del territorio, nella componente politica, dovrà ora (non domani) essere quella di strutturare questo servizio come dato consolidato minimo, cioè come valenza prioritaria.

Sui servizi di emergenza ed urgenza, fatto salvo casi limiti, si deve fare “area ristretta” e non già “area vasta” poiché in questo caso lo stesso principio di urgenza viene meno e ha, gioco forza, vittoria proprio la latenza. Su altre tipologie di servizi sanitari e socio-sanitari – parlo forse più ora da Consigliere Comunale – è invece opportuno fare delle valutazioni diverse, certo in linea con quanto la stessa ULSS n. 1 di Belluno sta pianificando in base al P.S.S., tenuto anche in debito conto delle oggettive istanze delle comunità locali. Comunità ed Enti Locali che – lo dico con grande rispetto – devono però saper fare massa critica ed individuare “priorità oggettive”, quindi vere e non coltivare singoli orticelli.

Quindi – conclude Fabio Bristot – avanti nella più completa sinergia tra la componente del SUEM 118, CNSAS e ditta esercente, nella primaria esigenza di offrire velocità, efficacia e sicurezza alle nostre “terre alte”, componenti che non sono mai venute a mancare in questi anni”.

Fonte: BellunoPress.it – Foto: GoBelluno.it