Deejay Zen, cadorino di nascita e residenza, ha lavorato in tutti i locali di moda della zona spingendosi fino ad Ibiza dove il 10 agosto si esibirà ad un party di musica elettronica in spiaggia collaborando con altri deejay da tutta Europa.
NuovoCadore lo ha intervistato in vista anche della nuova rubrica in arrivo a breve, che curerà lo stesso DJ Zen e che permetterà direttamente dal sito di NuovoCadore, di ascoltare e scaricare dei podcast, set live e molto altro.
Hai lavorato praticamente in tutto il Cadore e non solo…
Mi sono spinto anche nel friulano, trevisano, veneziano, qualche data nel milanese e varie stagioni estive in Costa Smeralda. Citando alcuni locali posso raccontarti dei tempi d’oro al Five a Borca di Cadore prima che venisse ristrutturato; la Tana a Pieve di Cadore, il Belvedere e il Clipper di Cortina, del mitico Ciarlis, sempre a Cortina, dove per i 6 anni che è stato aperto è stata la discoteca numero uno. Nell’Ampezzo ho lavorato anche all’Area e al Monkey, la discoteca dell’Hotel Cristallo. Alcune serate poi le ho fatte nel feltrino alla Birreria Pedavena, in Costa Smeralda presso El Pejote e attualmente al Gran Caffè Tiziano. E questi sono solo alcuni posti, tutti molto importanti per me.
Un lavoro stimolante quello del dj che permette di incontrare e collaborare con molta gente
Infatti ho avuto la fortuna di lavorare assieme a personaggi come Jerry Calà, Umberto Smaila e Sabrina Salerno. Anche con dj del calibro di A T Mendoza, attualmente dj del Billionaire, Ralf, Luca Agnelli, il grande Rudeejay di Bologna, Carmine Sorrentino del GimmiZ di Monte Carlo fino al Violinista elettronico Filippo Maria Rollando che gira tutto il mondo e la lista potrebbe continuare.
Come nasce DJ Zen?
La musica è sempre stata parte di me, dovevo solo scoprire che quello che mi piaceva fare era suonarla e questo è successo quando a 13 anni, nell’organizzare il classico festino di capodanno tra ragazzini, un mio amico un po’ più grande mi fece provare a mixare due dischi assieme. Rimasi letteralmente folgorato…e così capii che era quello che volevo fare! Da lì iniziai ad allenarmi in casa recuperando due normalissimi giradischi che avevo e… sono ancora qui!
Un amore a prima vista quello con il mixer, ma la vita del deejay è tutto luci, musica e belle serate?
Ricordo che i primi tempi da ragazzino era difficile, uscivo senza spendere la paghetta per racimolare qualche lira e poter comperare i vinili che avrei usato per suonare a qualche classica festicciola. Quando raggiunsi i 18 anni, con un bagaglio di dischi più che sufficiente per affrontare una serata, mi sentii pronto e chiesi al mio negozio di dischi di fiducia [a San Daniele del Friuli ndr] se serviva un dj per qualche serata e lì iniziarono ad indirizzarmi in quelle zone. Poi, grazie a molta pazienza ed un po’ di fortuna, ho iniziato a suonare in Cadore, poi Cortina, Costa Smeralda e via dicendo. Quello che mi sento di dire è che non è un mondo così semplice, non è tutto oro, ci sono sempre molti sacrifici, momenti difficili… ma la musica è sempre stata un mio riferimento ed è una passione su cui bisogna crederci sempre per andare avanti, ed io ci credo! Devo molto a tutti quelli che mi hanno sempre dato fiducia, che mi hanno dato la carica quando ne avevo bisogno, che mi seguono sempre alle mie serate e anche quelli che non hanno creduto in me, perché hanno contribuito a darmi ancora più stimoli! Soprattutto ai miei genitori e alla mia famiglia, perché oltre a girare i locali di notte, durante il giorno lavoro anche con mio padre in una piccola attività artigianale a conduzione familiare e lui non ha mai ostentato il mio percorso, venendo anche qualche volta alle mie serate.
Che rapporto c’è fra te e la musica?
Per me la musica è un’estensione di me stesso, del mio essere, mi ha aiutato a combattere e superare la mia timidezza perché mentre suono riesco ad essere me stesso al 100% senza imbarazzi! E’ una valvola di sfogo dove le emozioni prendono vita in una situazione più grande e che coinvolge più gente con cui condividere tutto questo è il bisogno che ho di esprimere me stesso e poi la musica è un linguaggio universale, non serve conoscere le lingue… puoi comunicare suonando ed unisce tutti senza distinzioni!
Dal Cadore ad Ibiza. L’isola spagnola è la patria per antonomasia delle discoteche, dei deejay e del divertimento notturno, raccontaci di come il Cadore suonerà nelle notti di Ibiza
Per quanto riguarda la data di Ibiza tutto è nato lo scorso settembre quando sono stato alcuni giorni lì in vacanza con un mio amico ed ho conosciuto il dj resident del Pacha [la più conosciuta discoteca dell’isola ndr] col quale ho legato subito e sono riuscito a portare ad eseguire un set Live proprio in Cadore al Gran Caffè Tiziano. Da questa amicizia è nata questa grande opportunità per me di potermi esprimere ad un pubblico sicuramente molto più pretenzioso come quello di Ibiza e questo accadrà il 10 agosto su un party di musica elettronica in spiaggia dove l’atmosfera sarà sicuramente magica e dove collaborerò con altri 9 dj da tutta Europa. Scontato dire che son contentissimo di questo e che non vedo l’ora di misurarmi con loro, anche perché credo che potrò imparare moltissimo da questa esperienza per aumentare ancora di più il mio bagaglio culturale musicale e per poi cercare di regalare ancora più emozioni alle persone che interverranno ai miei dj set quando sarò tornato in Italia.
Musica&Cadore: che rapporto c’è e quale potrebbe esserci in futuro?
La mancanza che ho notato in Cadore, avendo girato molti posti e visto diverse realtà, è che non c’è una cultura del turismo notturno: non esiste tolleranza per permettere l’organizzazione di un evento musicale. Quello che manca sono le strutture giuste: le serate musicali in Cadore si stanno riducendo ai soli bar con tutte le problematiche che ci sono per questi locali. Le discoteche stanno sparendo causa costi di gestione e burocrazia sbagliata, ed è normale quindi che i bar mutino in disco-bar per colmare questa mancanza, perché i giovani hanno bisogno e diritto a divertirsi anche in montagna, ma i problemi sono molti come ben sappiamo. Un consiglio che mi sento di dare al Cadore è di avere più tolleranza e attenzione per i giovani che la sera vogliono fare quattro salti e divertirsi, ovviamente nel rispetto di tutti, ma i Comuni e gli organi di sorveglianza dovrebbero collaborare per far sì che la vita giovane rimanga in Cadore, che possa divertirsi in maniera sana dandogli anche degli spazio appropriati dove fare una serata musicale. Un sogno che ho è di organizzare una mega festa che coinvolga tutte le nostre splendide zone montane dove la situazione turistica sembra essere caduta in una crisi irrisolvibile. L’unione potrebbe fare moltissimo: il successo di una persona è sempre merito di tante altre, anche quelle che non sono in luce, un rilancio turistico potrebbe quindi venire grazie anche a qualche evento notturno a cura dei deejay.
Di seguito la locandina dell’evento a Ibizia…