Nessuna speranza per i treni diretti sulla linea per Belluno, anche se resta l’amara consolazione di due promesse strappate all’assessore Renato Chisso: la possibilità di ottenere maggiori corse nei giorni festivi e l’istituzione di un tavolo di confronto con i rappresentanti dei comitati di pendolari per rivedere alcuni punti dell’orario cadenzato e monitorarlo poi nella sua applicazione.
Una riunione, quella di ieri in Provincia tra l’assessore regionale ai trasporti veneti, sindaci e pendolari, che alla fine ha lasciato l’amaro in bocca per molti aspetti. Primo fra tutti il pressapochismo e l’incongruenza con la realtà dei dati presentati dallo staff tecnico di Trenitalia, causato, com’è stato specificato, da una stesura in progress del piano dell’orario cadenzato. Una scusa che non ha evitato le critiche da parte di amministratori e comitati.
Quello che negli intenti dell’assessore Chisso avrebbe dovuto essere «un progetto che ci permetterà di rivoluzionare il trasporto pubblico ferroviario che così non va», si è rivelato ancora una volta poco consono alle aspettative e alle esigenze reali del territorio bellunese, che (come evidenziato dai sindaci) «necessita, prima di tutto, di un servizio certo, sicuro e di qualità in tutti i sensi. Pena la perdita definitiva di fiducia nel treno e quindi la chiusura del servizio».
In varie maniere i primi cittadini presenti (almeno una trentina, in rappresentanza di tutto il territorio, dal Cadore fino all’Alpago e al Feltrino) hanno cercato di far capire ai vertici regionali di Trenitalia che la priorità della provincia è il mantenimento del servizio e che l’orario cadenzato, così come pensato, non va in questa direzione. A loro l’assessore ha ribadito più di una volta che «si tratta di una bozza che può essere migliorata e modificata, anzi l’incontro di oggi va proprio in questa direzione». Una rassicurazione, però, che non ha contribuito a placare il malcontento degli amministratori locali, che hanno puntato la loro attenzione sul bisogno di un’integrazione tra gomma e rotaia.
Tra le più arrabbiate, ma anche tra le più preparate, l’assessore di Ponte nelle Alpi, Monica Camuffo: «Abbiamo capito che non c’è un treno diretto che serva la nostra provincia e che per i festivi potrebbe essere aggiunta qualche corsa, ma ci aspettavamo che con queste proposte venissero già oggi (ieri per chi legge, ndr). Ma quel che è stato davvero imbarazzante è la bozza che ci è stata presentata, piena di errori e incongruenze: gli orari dei treni realmente attivi oggi non combaciano con quelli riportati nella tabella che ci hanno dato. Quel che è chiaro, però, è che chi di dovere continua a rendere meno appetibile il servizio ferroviario nel Bellunese con modifiche senza senso. L’aggiunta di cambi nelle corse per Venezia, per esempio, allungano, invece di accorciare, i già infiniti tempi di percorrenza». Un dato, questo, che i responsabili della società di trasporto non hanno nascosto, ma che hanno fatto passare come “il male minore”.
Anche i pendolari sono rimasti tutt’altro che contenti: «Alcune modifiche da noi proposte, dopo l’ultima bozza che ci era stata presentata, sono state colte nell’orario cadenzato, come il fatto di far partire i treni per Padova da Belluno ai 30 minuti e lo spostamento dello snodo da Ponte nelle Alpi a Belluno. Per il resto l’orario cadenzato è tutt’altro che migliorativo».
di Paola Dall’Anese
Fonte: Corrierealpi.gelocal.it