Le Guide Alpine del Veneto hanno scelto Pieve di Cadore per la loro assemblea. Si tratta dell’appuntamento annuale più importante della vita associativa dei 116 professionisti della montagna veneta.
L’assemblea si svolgerà sabato 23 novembre nello storico salone del Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore. I lavori si articoleranno in due momenti separati: quello riservato strettamente alla categoria con gli adempimenti statutari e un confronto sui problemi e sui programmi e quello aperto a quanti sono interessati all’attività delle Guide Alpine.
La prima parte si svolgerà nel corso della mattinata. Alle ore 15 si aprirà la sessione pubblica che quest’anno sarà dedicata specificatamente al tema dell’abusivismo in montagna. Nel corso della sessione mattutina, che sarà aperta con la relazione del presidente Lio De Nes, saranno illustrate la situazione economico-finanziaria ed organizzativa del Collegio Veneto della categoria. Una parte del confronto sarà dedicata all’iter formativo che, anche quest’anno, ha consentito di far accedere alla professione tre nuove Guide Alpine. Altra attenzione speciale sarà riservata al codice deontologico e al nuovo regolamento. Originale e inconsueto l’approccio al tema dell’abusivismo che occuperà la seconda parte dei lavori assembleari che si svolgeranno nel pomeriggio a partire dalle ore 15.
“Abbiamo invitato Massimo Viola che è uno dei legali più preparati in materia di abusivismi a livello nazionale – spiega Lio De Nes, presidente delle Guide Alpine del Veneto – ma non gli abbiamo chiesto di fare una conferenza e neppure di tenere una lezione. Tutti gli aspetti dell’abusivismo in montagna saranno sviscerati con una serie articolata di domande e risposte. In sostanza l’avvocato Viola si sottoporrà ad una intervista coordinata dal giornalista Bepi Casagrande. Ma tutti i presenti potranno porgli domande. Sarà interessante capire quando si commette il reato di abuso della professione, quali sono le prove che devono essere fornite all’autorità giudiziaria per dimostrare l’abuso e anche quali sono le pene previste.
Vorremmo che dall’incontro sortisse la fisionomia giuridica del professionista della montagna e delle prestazioni che può esercitare grazie all’iter formativo percorso. E vorremmo anche si capisse che per andare in montagna in sicurezza non ci si può affidare al primo che passa per strada o a chi si propone senza essere in grado di fornire una qualifica idonea a tutelate l’incolumità di chi vuole salire una via di roccia e compiere una discesa sci alpinistica.” I propositi enunciati da Lio De Nes fanno parte di un protocollo di impegni che il Collegio Veneto assieme a quello Nazionale hanno sottoscritto come impegno da perseguire nel corso del 2014.
PER QUALSIASI DELUCIDAZIONE: 339.1330005