Ci uniamo all’appello divulgato da Belluno+ in difesa della ferrovia che porta a Calalzo di Cadore. La situazione ormai non lascia più dubbi: è chiaro che si sta andando verso la chiusura e l’abbandono della tratta ferroviaria in questione. Questo però non possiamo permetterlo e non possiamo permettercelo: si tratterebbe infatti dell’ennesima e forse definitiva mazzata alla nostra terra e a un possibile, tanto auspicato, rilancio turistico.

E’ ora di alzare la voce e scendere in piazza: gli amministratori locali per primi devono farsi sentire (dove siete?!) e coinvolgere i propri cittadini. NuovoCadore farà il possibile per tenere alta l’attenzione sul tema e fare pressioni con i mezzi a nostra disposizione. Interveniamo prima che sia troppo tardi! 
Di seguito il comunicato di Belluno+ e l’invito a partecipare alla manifestazione di domani a Ponte nelle Alpi.

Partiamo da un assunto: il pericolo della chiusura definitiva della tratta ferroviaria Ponte-Calalzo è un rischio concreto.
E’ evidente come questa ipotesi non sia accettabile e rappresenterebbe l’ennesimo affronto a questo territorio, l’ennesimo taglio dei servizi che saremmo costretti a subire.

Ma l’indignazione non basta, bisogna dar battaglia, consapevoli che salvare quella tratta non significa solamente difendere la ferrovia, ma l’intero territorio bellunese, il suo futuro. Come possiamo, infatti, pensare ad un rilancio del suo sviluppo turistico se vengono tagliate importanti arterie di comunicazione? Come possiamo sacrificare una tratta che, se potenziata verso Cortina e poi Dobbiaco, potrebbe rappresentare un collegamento fondamentale per la promozione delle nostre valli, per la circolazione dei turisti e dei residenti? Come è possibile non capire, anche dal punto di vista economico, il potenziale di un tale progetto?

Ci sono zone di montagna che hanno trovato, nel potenziamento o nel ripristino della ferrovia, la loro fortuna. Basta fare un salto nella oramai famosa Val Venosta, magari in bicicletta da Merano lungo la pista ciclabile per poi far rientro in treno, con quel treno che è diventato non solo un mezzo di trasporto ma un volano per lo sviluppo turistico di una valle intera. Non stiamo parlando, quindi, di idee astratte, ma di progettualità concrete e fattibili.

Non è un problema di soldi, ma di prospettive e priorità, quindi di scelte politiche. I nostri vertici regionali hanno rincorso per anni, per più un decennio, il nefasto progetto del prolungamento dell’A27, quando le priorità erano ben altre.
E’ un problema di scelte, quindi. I soldi, quando c’è la volontà, si trovano.

Abbiamo una prima occasione: Cortina 2019.
Che Cortina vinca la candidatura ai mondiali di sci non è un dato certo, ma molto probabile.
Ebbene, noi a Cortina 2019 ci vogliamo andare in Treno!
Pensare che in vista di quel evento, di uno di quei grandi eventi che spesso sono accompagnati dalla costruzione di opere che rappresentano vere e proprie cattedrali nel deserto che distruggono i territori, si possa pensare, invece, di iniziare a sviluppare e a finanziare un progetto di prolungamento della ferrovia verso Dobbiaco, ci sembra un’idea utile e sensata. Non grandi opere inutili e dannose, ma “opere grandi” che servono ai terrori, che li valorizzino. E’ un ribaltamento della prospettiva, di quella prospettiva speculativa e irrazionale che spesso accompagna questi grandi eventi.

Per quanto ci riguarda, quindi, difendere la tratta Ponte/Calalzo è una priorità e il suo prolungamento non rappresenta un sogno, ma una speranza. La speranza di poter continuare a vivere in questo territorio unico al mondo.

Una speranza che vogliamo difendere e conquistare.
Ci vediamo il 22 marzo in stazione a Ponte nelle Alpi!

Redazione Bellunopiù

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