«Tutte le zone della nostra provincia devono avere pari livelli di servizi sanitari, partendo dal Comelico dove è necessario prevedere un ospedale di Comunità. Oltre a essere una delle due Aree Interne del Bellunese individuate a livello nazionale, è l’unica area completamente sguarnita di servizi sanitari stabili con ricorrenti problemi anche per quanto riguarda il trasporto ambulanze e le guardie mediche». La richiesta è del deputato bellunese Roger De Menech alla luce della bozza di decreto con cui il ministro Speranza distribuirà alle regioni i fondi del Pnrr e del Pnc (Piano nazionale investimenti complementari) destinati alla sanità.

Il Veneto riceverà a breve 273 milioni 142 mila 374,20 euro di finanziamenti europei legati al Pnrr e vincolati ad una serie di azioni per rafforzare il sistema sanitario di comunità (oltre 259 milioni) e la sicurezza ospedaliera (oltre 47 milioni). A questi si aggiungeranno 310 milioni, 384 mila, 172,62 euro ripartiti con il Piano nazionale investimenti complementari del governo sulla base del fabbisogno territoriale.

Primo piano del deputato bellunese Roger De Menech

Roger De Menech

«In totale sono quasi 600 milioni di euro che hanno il potenziale di rivoluzionare la sanità regionale e di portare assistenza a tutti i quasi 5 milioni di residenti della nostra regione», afferma De Menech. «Peccato che il piano redatto dal giunta regionale per l’attuazione di questa spesa sia sostanzialmente un copia incolla delle previsioni dell’attuale piano socio sanitario. Non c’è alcun incremento non solo del livello di servizi, ma neppure alcun aumento della capillarità. Gli ospedali di comunità, su cui l’Europa e lo Stato hanno deciso di investire più di 270 milioni solo in Veneto, rimangono gli stessi di adesso. Sappiamo quanto la diffusione e l’accesso ai servizi sanitari stia diventando un tema cruciale e quindi sollecitiamo la Regione a impegnare una parte consistente delle risorse che sta per ricevere per superare il differenziale in montagna e in tutte le aree rurali, marginali e deboli del nostro Veneto. In fin dei conti si tratta di soldi dei cittadini europei e italiani che devono ritornare sotto forma di servizi al passo con i tempi agli stessi cittadini».

Fonte: Newsinquota