Anello del Boite

Premessa. L’idea dell’Anello del Boite nasce dalla Sezione di San Vito la quale sta coinvolgendo i portatori d’interesse del territorio per proporre un’alta via sui crinali della valle del torrente Boite, dalla sorgente a Cianpo de Crosc nel Parco delle Dolomiti d’Ampezzo all’immissione nella Piave a Perarolo di Cadore. L’itinerario si snoda tra i massicci delle Dolomiti Orientali più noti e imponenti, quali le Tofane, il Pelmo, l’Antelao, il Sorapis e il Cristallo; percorre altresì tratti meno famosi, di minore frequentazione quindi più affascinanti e selvaggi, come il Gruppo del Bosconero o il versante sud dell’Antelao.
L’escursione può iniziare o terminare in tanti punti sfruttando quale accesso o via di fuga i numerosi sentieri e le strade forestali che dipartono dal fondovalle; per questo non vengono indicate le tappe; i tempi tra i rifugi e i bivi significativi sono in elaborazione.
Raggiunta la località di Sant’Uberto a nord di Cortina, si sale a Sonpouses e, in dolce attraversata, a Malga Ra Stua; poco più a monte ecco le sorgenti del nostro torrente con l’acqua proveniente dai laghi di Foses. Perdiamo leggermente quota sino a Pian de Loa per imboccare la selvaggia Val Travenanzes e raggiungiamo il rifugio C. Giussani. La vista si apre ora sulla conca d’Ampezzo, scendiamo al rifugio A. Dibona, attraversiamo la Strada delle Dolomiti a Cian Zopè e guadagniamo il rifugio Cinque Torri. In breve attraversata siamo all’incantevole passo Giau e all’omonimo rifugio. Ci inoltriamo nell’altipiano di Mondeval, ricco di storia e siti archeologici ancora da scoprire, passando per forcella Giau e Ambrizzola (vicino il rifugio Croda da Lago); costeggiamo il Becco di Mezzodì e la Rocchetta di Prendera e in lieve discesa raggiungiamo il rifugio Città di Fiume. La vista si allarga alla Civetta, Marmolada e Boè. Scavalchiamo il monte Pelmo per la forcella Val d’Arcia e incontriamo il rifugio Venezia e, proseguendo sullo spartiacque, il rifugio G. Talamini. Il monte Rite ci permette di godere di un panorama a 360 gradi, e di visitare il rifugio Dolomites e il museo allestito da Messner. Cibiana ci attende più in basso con i tipici murales sulle vecchie case. Risaliamo nel bosco di Dubiea costellato dai vecchi fienili e malghe. Scesi a Perarolo, fino all’800 ricco centro del commercio del legname, possiamo visitare il Museo del Cidolo e osservare l’acqua del Boite immettersi nella Piave. Risaliamo ora l’antica via romana fino a Valle di Cadore, uno dei centri più antichi del Cadore; dalla chiesa di San Rocco (anche in navetta) percorriamo la strada militare che giunge al rifugio Costapiana, alla chiesetta di San Dionisio e al rifugio Antelao con panorama sulle Marmarole e le Dolomiti Friulane. Siamo ora al cospetto del Re delle Dolomiti. Il tracciato della strada militare prosegue diventando sentiero ai piedi delle Crode di San Piero, per poi perdere quota nei boschi di Sadorno e Greanes sopra a Vinigo. Attraversando i diversi colatoi del versante sud dell’Antelao si giunge a San Vito e al rifugio San Marco. Per chi non volesse raggiungere il monte Faloria per il sentiero attrezzato F. Berti sul versante sud della Croda Marcora, è possibile ridiscendere a Chiapuzza e raggiungere Zuel di Cortina tramite la pista ciclabile/pedonale o la strada del lungo Boite. Dai rifugi Tondi e Faloria proseguiamo per il Passo Tre Croci; transitando alla forcella Son Forcia e all’omonimo rifugio perdiamo progressivamente quota per la Val Padeon sino alla Rocca di Podestagno e al tornante della SS 51 d’Alemagna per chiudere l’anello.
Durante la Settimana Nazionale dell’Escursionismo la Sezione non organizza l’accompagnamento.

Foto: Monte Pelmo con Marmolada, Rocchette e Tofana (foto Mauro De Vido)