SAN PIETRO. Aveva soltanto 19 anni. Michael Casanova Fuga è morto ieri nel bosco di Col Curie a San Pietro, mentre stava tagliando alcune piante. Michael era infatti dipendente di un’azienda della zona e al momento dell’incidente si trovava insieme ad alcuni colleghi. L’allarme è stato lanciato da questi ultimi intorno alle 17. Sul posto è intervenuta l’eliambulanza del Suem di Pieve. Difficili le operazioni di soccorso del giovane per la presenza di una fitta vegetazione e del cavo di una teleferica. Ancora al vaglio la dinamica dell’incidente. Secondo le testimonianze dei colleghi, il ragazzo si trovava su un falso piano e stava tagliando un ramo di una pianta già abbattuta.
Durante la manovra, Michael è caduto rimanendo con la testa schiacciata tra il ramo tagliato e il tronco dell’albero.
Dalle prime ricostruzioni pare che il ragazzo non abbia nemmeno gridato. I colleghi, accortisi dell’incidente, hanno chiamato i soccorsi. Sul posto, oltre ai carabinieri di Santo Stefano è arrivato l’elicottero del Suem. Con un verricello di 35 metri sono stati sbarcati il tecnico del soccorso alpino e il medico, che una volta raggiunto il ragazzo, ha solamente potuto constatarne il decesso.
Poichè l’eliambulanza era a scadenza effemeridi, sono intervenuti una decina di soccorritori della stazione della Val Comelico. Ottenuto il nulla osta del magistrato alla rimozione del cadavere, le operazioni di recupero si sono protratte fino a sera per la difficoltà di operare lontano dalla strada. Al sindaco di San Pietro Silvano Pontil Scala è toccata la triste incombenza di informare la famiglia. «Lo conoscevo bene», racconta, «eravamo anche mezzi parenti, perchè il padre del ragazzo è cugino di mia moglie. Sono andato dai genitori insieme al titolare dell’azienda, un giovane imprenditore esperto, per avvisarli del lutto. E’ stato un momento terribile, perdere un figlio è di per sè un dramma, in questo modo poi ancora di più».
Michael voleva lavorare a tutti i costi per guadagnare. «Aveva studiato», continua il primo cittadino che ieri sera è rimasto con la famiglia per portare solidarietà e cordoglio, «ma forse i libri non erano tanto nelle sue corde, perchè aveva deciso di cercare un lavoro per rendersi indipendente dalla famiglia. Aveva iniziato da pochissimo a lavorare nei boschi e certamente non aveva l’e sperienza di quelli che sono nel settore da tanti anni. Ma non penso che abbia commesso una disattenzione o un errore. Credo che Michael sia stato vittima di una fatalità, di un destino crudele.
Il diciannovenne era figlio unico, viveva con mamma e papà, un finanziere in pensione da poco. La salma è stata portata nella cella mortuaria a San Pietro, a disposizione delle autorità che decideranno quando dare il via libera alle esequie. Qualche anno fa Michael era scampato ad un incidente in moto nel quale era morto l’amico.

fonte: Il corriere delle alpi