È arrivato Enrico? Difficile dire chi fosse, ma senza dubbio era un orso. Sabato notte, 1.30, strada statale 52. Carmelo Bertè, pizzaiolo del ristorante Bucintoro di Auronzo, sta tornando a casa dopo una serata passata davanti al forno a legna tra pasta da pizza e “pummarò”.
I fari della sua auto, spalancati sul buio pesto del Cadore, incrociano un qualcosa che auto non è. «Credevo un capriolo, forse un cervo – racconta il pizzaiolo – poi avvicinandomi ho capito: era un orso». Eccolo lì l’insolito mezzo da sorpassare: un cucciolo d’orso. «Credo fosse un cucciolo, o quantomeno così è sembrato a me che di orsi non ne avevo mai visti prima. Ho immediatamente tirato fuori il telefono per filmarlo. Correva davanti all’auto, mi sono tenuto a distanza rallentando e lui andava avanti. Eravamo soli, io e lui. Quando poi in senso opposto abbiamo incrociato un’altra auto lui è rimasto spiazzato un paio di secondi e alla fine si è buttato sulla destra, sparendo in mezzo al bosco».
E questo è esattamente ciò che si vede nel filmato di Carmelo, prontamente pubblicato su Facebook: i fari che illuminano le zampone al trotto, i fanali dell’altra auto che compaiono all’orizzonte e l’animale che dopo un istante di esitazione prende la via del bosco. «Ci sono bellunesi di chissà quante generazioni che in una vita intera non ne hanno mai visto uno – racconta Bertè divertito e incredulo – e io che sono siciliano e a Belluno ci sto da appena due mesi ne ho appena incontrato uno. È stata un’emozione grande, davvero. Dopo le razze giganti nel Mediterraneo, l’orso sulle Dolomiti».
L’ultima plantigrada zampata lasciata nel Bellunese risaliva fino a sabato a poco meno di una settimana fa e a farne le spese fu una pecora del signor Fausto, macabra traccia del suo passaggio (e del suo pasto notturno) in quel di Zoldo. La scorsa estate invece il set fu il Bosco Nero, a Ospitale di Cadore. Quel che è certo, questa volta, è che l’incontro tra il pelliccione e Carmelo non finirà qui. «Ora gli dedicherò una pizza – assicura il pizzaiolo siculo – devo solo decidere come realizzarla e poi entrerà di diritto nel menù del Bucintoro. Credo sia giusto così, per lasciare una traccia dell’incontro di quella notte».
Il nome dell’orso? Chi lo sa? Fritz era un omaggio all’agente della polizia provinciale che lo pedinò a lungo, il compianto Dino doveva il suo a Buzzati, Cesare alla guardia che per mesi ne seguì le tracce fino a incontrarlo. Lui, comparso la notte del 2 giugno, potrebbe essere Enrico, come il De Nicola primo Presidente della Repubblica della storia d’Italia. L’orso dolomitico che incontrò il pizzaiolo siculo la notte della festa della Repubblica.
di Alessandro De Bon
Fonte: IlGazzettino.it